Gli “Ultima” sono un giovane gruppo pavese che si sta facendo notare da un po’ di tempo grazie a energiche esibizioni live e, ora, grazie ad un sorprendente album che ne racchiude tutta la vitalità. Outune ha avuto la possibilità di incontrare il gruppo e di poter parlare piacevolmente degli esordi e dei progetti futuri.
11 novembre
Innanzitutto, perché il nome “Ultima”?
Il nome “Ultima” è qualcosa di scaramantico e allo stesso tempo di quasi ironico. Ci siamo detti: “questa è l’ultima band con cui vogliamo suonare e con cui vogliamo arrivare a creare qualcosa di valido”. Siamo così convinti della nostra unione che pensiamo che sia la volta buona, quindi l’ultima.
Quindi ogni componente del gruppo ha alle spalle tante altre esperienze, magari in ambiti differenti. Giusto?
Esattamente, ognuno di noi ha faticato moltissimo per arrivare dove siamo arrivati. Parlare poi di essere arrivati non ha senso, perché non siamo ancora arrivati da nessuna parte, ma abbiamo fatto grandi cose. La cosa bella è che nessuno di noi prima suonava lo stesso tipo di musica, andavamo dal metal alla lirica. L’unione di ogni musicista ha poi portato a tutto questo.
Come avviene generalmente la stesura dei pezzi?
Di solito ….. arriva con dei pezzi già iniziati, che però lascia regolarmente a metà (ridono). Successivamente tutto il gruppo ci lavora fino a quando non arriviamo ad un risultato che soddisfi tutti. Nella costruzione dei pezzi è stato fondamentale l’apporto del nostro produttore che ha saputo cogliere quanto di buono avevamo da proporre, andando a smussare un po’ gli angoli dove non riuscivamo a farlo noi. Questo però senza stravolgere nulla del nostro lavoro.
Ascoltando l’album credo sia stato difficile scegliere quali sarebbero dovuti diventare i singoli.
Questo è un grande complimento che ci fai! Sai, dopo la scelta del primo, che ormai risale all’inizio dell’estate e che aveva un tono appunto più vacanziero, abbiamo optato per un pezzo che parlasse della fine di questo periodo. Un pezzo nel quale, poi, potessero rispecchiarsi un po’ tutti.
Sangue e miele evocano sentimenti completamente antitetici tra loro. Mi sembra un po’ il tema portante di tutto l’album.
E’ vero, abbiamo puntato tutto sulla contrapposizione assoluta di questi elementi, che poi sono un po’ quelli che ognuno si trova ad affrontare nella vita. Tutto l’album è costruito in questo senso: dalla copertina (un divano rosso immerso in un campo), ai testi, alla posizione delle canzoni dell’album. Abbiamo curato tutto nei minimi dettagli perché non volevamo trovarci in seguito a pensare di aver lasciato qualcosa al caso.
I testi del disco sono spesso intrisi di una forte malinconia. Quanto ha influito sulla vostra musica la vostra città, Pavia?
Be’, penso l’elemento malinconico sia abbastanza percepibile ascoltando nella sua totalità l’album (ridono). Pavia, sia a livello umano che climatico può effettivamente avere avuto un peso sulle nostre scelte. Magari inconsapevole, ma reale. E’ una città dove quando fa freddo la sensazione è che ne faccia di più e la stessa cosa vale per la bella stagione. Allo stesso modo sembra quasi che amplifichi anche gli stati d’animo.
Prossime esibizioni live?
Il 14 novembre suoneremo al “Nirvana” di Pavia e il 22 dello stesso mese a “Le scimmie” di Milano! Venite a vederci!
Luca Garrò