Il nuovo album di Vasco Rossi è stato presentato al Medimex 2014, durante un incontro stampa dedicato a “Sono innocente“, disco di inediti dell’artista italiano in pubblicazione il 4 novembre. Vasco è stato preceduto sul palco da Guido Elmi, suo storico produttore, che ha illustrato alla platea le scelte compiute nella ridefinizione del sound del cantante: un processo durato all’incirca due anni, che ha visto nel coinvolgimento del chitarrista Vince Pastano e nell’ispirazione rivolta alle sonorità di gruppi come Symphony X, Adrenaline Mob e Deathstars (il signor Elmi è noto essere appassionato di metal), le chiavi per ottenere una produzione decisamente pesante nel lavoro in questione.
Benché non si parli assolutamente di un disco heavy (non per nulla le impressioni erano state miste durante la prima listening session del disco stesso), Vasco ha spiegato di come “Sono innocente” rappresenti le due anime del rock: “Non esistono vie di mezzo: il rock è bianco o nero, è aggressivo oppure dolce. Nell’album ci sono ritmi travolgenti e ballate lente ed emotive. In “Sono innocente” c’è anche tanta ironia, mi piace l’arte dello sberleffo, perfettamente riassunta e simboleggiata nel logo storico dei Rolling Stones“.
Il cantante è evidentemente imbarazzato nel dover indossare i panni del relatore. Segue alla meglio una scaletta che si era preparato, in cui aveva scritto degli spunti per quasi ogni pezzo inserito nel nuovo album. Tuttavia non è tranquillo, lo ammette oltretutto senza girarci intorno: “Io non sono fatto per queste cose. Presento il disco perchè so che fa piacere alla casa discografica e al mio ufficio stampa, ma la presenza del pubblico mi eccita e mi rende nervoso, mi fa perdere il segno e il filo del discorso. Preferisco tutta la vita cantare insieme su un palco anziché parlare di un album, mi piace vedere come la gente reagisce alle mie canzoni, mi piace pensare di rallegrargli la giornata in qualche modo“.
Nonostante questo, Vasco se la cava, riesce a spiegare come “Sono innocente” contenga le varie epoche storiche del signor Rossi musicista: “Nel disco c’è il Vasco di ieri, oggi e domani. Parecchi pezzi sono ciò che sono oggi, le due bonus track sanno tanto di Vasco vintage, mentre la strumentale è internazionale con un testo in inglese per conquistare il mercato estero. Non scrivetela questa battuta sennò poi ci credono davvero“. Ciò detto, il cantante decide di raccontare i suoi esordi: “Quando ho smesso di fare il dj e ho iniziato a cantare, per quattro – cinque anni mi esibivo anche 150 volte l’anno, in locali piccoli con pochissima gente che veniva a vedermi. Nessuno mi conosceva e io ero costretto a inventarmi il modo di rendermi interessante, di far credere alla gente che era lì che in realtà si stava divertendo un sacco. Non è stato facile, ma è qualcosa che mi ha indubbiamente aiutato nell’imparare a stare sul palco e a saperlo gestire lungo un set di due ore, due ore e mezza. Oggi molto spesso chi arriva sul palco per la prima volta ha già di fronte una platea che conosce bene le sue canzoni. Questo può essere un limite, visto che la gavetta è fondamentale per formarti e per farti resistere quando capiterà che a nessuno interesserà più di te“.
E questo a Vasco quante volte è successo? “È successo molte volte, ma sono sempre riuscito a rimanere in piedi. Ho fatto tanti errori, sono stato accusato a volte giustamente per degli sbagli che ho commesso, altre in maniera gratuita e pretestuosa. Ma sono rimasto su come faceva Rocky, nonostante conosca bene e conviva ancora con il male di vivere. Non bisogna mollare mai, dobbiamo affrontare le difficoltà della vita come veri uomini, anche se la realtà che ci circonda fa spesso schifo“. Come si può fare a migliorare la realtà che ogni giorno i media ci raccontano? “Si può provare a non seguire i media e a leggere dei libri. Io faccio così…”