Mi sento già abbastanza vecchio di mio a dire il vero. Trovarsi a sparare quattro battute con Danny Worsnop (singer di We Are Harlot ed ex Asking Alexandria) è sì rigenerante, considerando che al Sonisphere c’era davvero un caldo di bestia, ma allo stesso tempo devastante per la psiche. Il ragazzotto ha 24 anni (v-e-n-t-i-q-u-a-t-t-r-o fottuti anni) e ha già alle spalle tre full length e centinaia di concerti.
Cosa ti ha spinto a scegliere la tua attuale band?
Decidere di dedicarsi solamente ai We Are Harlot è stata la scelta più difficile della mia vita. Ero con una band che girava il mondo nei club e aveva una fan base in rapidissima espansione. Vendevamo migliaia di dischi e non ci mancava niente…A dire il vero a me mancava la cosa più importante: non ero più contento di suonare metalcore. Non mi sentivo più appagato e nemmeno mi divertivo più.
Hai passato un brutto periodo?
Uno solo? In passato ho avuto problemi di droga, ne sono uscito ma ho rischiato di morire più di una volta. La crisi artistica che ho avuto è stata tremenda ma la musica ha un grandissimo potere, riesce ad aiutarti e a farti reagire anche quando sembra proprio che tu non abbia più idea di dove andare a rifugiarti.
E, a giudicare da come è uscito il (piacevolissimo) debut album dei We Are Harlot, il rifugio è stato ottimo e sicuro…
Abbiamo lavorato tanto a questo album, siamo felicissimi del fatto che abbia conquistato anche chi si aspettasse qualcosa di molto più pesante e violento viste le mie precedenti esperienze. Il disco contiene tutte le caratteristiche che io adoro del classic rock, è pura adrenalina ed energia pura.
Sei cresciuto col rock classico, cosa inusuale per un ragazzo nato nel ’90, non trovi?
Che posso dirti, io son partito con Van Halen e i dinosauri, quindi ho conosciuto la musica estrema e l’hardcore. Ora sono semplicemente tornato a casa. Vorrei che i We Are Harlot aiutassero i giovani a capire da dove arriva ciò che ascoltano ora, portarli ad ascoltare Aerosmith, gli AC/DC e i Queen.
E il pubblico italiano di oggi avrà capito?
Non ne ho la minima idea (risate, ndr), però sicuramente ci siamo divertiti là fuori. In Italia la gente è pazza e ama i concerti, oggi fa davvero un caldo assurdo ma i ragazzi ci hanno comunque supportato. Spero di tornare presto in uno show da headliner in qualche club di Milano.