We Have Band: con la nostra musica vogliamo far ballare il pubblico

I We Have Band sono un trio di ragazzi londinesi che prima lavoravano alla EMI, due, DeeDee e Thomas W.P sono sposati, l’altro, Darren, è un amico che ha voluto partecipare dopo essersi innamorato del nome della band e che ora gioca una parte fondamentale nel gruppo, occupandosi della parte percussiva ed elettronica delle melodie.


Pronti per suonare? Che genere di pubblico vi piace avere, e come vi rapportate  al vostro pubblico?
Darren: A noi piace dare molta energia al pubblico, pensiamo di essere una band piena di energia e se il pubblico risponde bene, battendo le mani, ballando, allora stiamo bene anche noi.

Infatti anche su disco suonate come una band molto da live, da party, da mani alzate.
Darren: E’ esattamente quello che vogliamo essere, anche nei pezzi più lenti cerchiamo di essere  comunque molto trascinanti e dare alla gente la possibilità di fare un passo in avanti. Certe band suonano in modo da tenere il pubblico tranquillo, ma noi vogliamo che le persone possano arrivare il più vicino possibile alla musica, ballare sul palco, anche.

Sarà strano, allora, qui in teatro, con le sedie…
DeeDee: No, no, le sedie le stanno portando via. Ma ci piace anche se le sedie ci sono, perché la gente si ammassa tutta davanti. Lunico problema è quando le persone stanno impalate, ma comunque anche   in quei casi diamo tutto quello che possiamo.

Vi avviso: qui a Milano stiamo molto impalati (durante il concerto ci saranno solo due persone che ballano: una ragazzina un po’ troppo ubriaca e un poser con occhiali di bachelite rossi che balla la robot dance per fare colpo su una ragazzina)
Thomas: C’è un’altra cosa che vorrei dire: suoniamo disposti in orizzontale. Prima suonavamo, come tutti, con la batteria di dietro e gli altri avanti, ma visto che non c’è nessuna voce principale nel gruppo, che cantiamo tutti, stiamo così perché possiamo guardarci meglio, e perché visivamente è molto più carino.

Le vostre influenze, come band?
Thomas: Sono tantissime, ad ognuno di noi piacciono cose diverse, ci accomuna una passione per gli ESG, un gruppo di New York degli anni ottanta, e poi, per parlare di cose più recenti, per gli LCD Soundsystem e per tutto quello che ha fatto M.I.A negli ultimi tempi.
Darren: Gli Animal Collective, Grizzly Bear…
Thomas: qualsiasi cosa che ti faccia muovere…
Darren: si, ma non mi sento di chiamarle influenze, sono piuttosto ispirazioni.

Sì, “influenze” non è granché come parola…
Darren: Sì, ecco, ci sono delle cose che, quando le ascolto, mi fanno venir voglia di suonare, mi stimolano, ma non mi metto mai lì a tavolino a pensare “facciamo un pezzo che suoni come gli Animal Collective”, piuttosto penso “ Gli Animal Collective hanno fatto questa cosa, e io voglio partire da qui per creare qualcosa di nuovo”.

Come avete iniziato?
Thomas: Io e DeeDee volevamo iniziare un progetto insieme, e quando lo abbiamo detto a Darren, ad una cena, lui è stato subito entusiasta, insomma. Niente di preparato a tavolino, era una cosa che ci sentivamo di fare.
DeeDee: sì, e poi ci siamo trovati così bene già quella sera che ci siamo detti “dobbiamo rivederci”.

Insomma, è capitato.
DeeDee: Sì, ecco.
Darren: Ed è anche stato molto bello avere scritto così tanti pezzi prima di iniziare a suonare dal vivo, non ci interessava così tanto suonare in giro, non l’abbiamo nemmeno detto ai nostri amici, era più una cosa alla “suoniamo un po’ insieme e vediamo che cosa viene fuori”.
DeeDee: Non abbiamo neanche mai pensato “Questo sarà un singolo”, o di fare un album, finché la cosa più naturale del mondo non è iniziata a sembrarci dividere tutto quello che stavamo facendo con il pubblico.
Darren: Quando i miei amici mi hanno “scoperto”  io ero in camera mia a suonare WHB e il mio coinquilino tedesco è venuto a bussarmi alla porta, chiedendomi “Cos’è?” “E’il tuo gruppo?” “Dovete per forza fare un concerto!” era impazzito.
DeeDee:  insomma, abbiamo avuto una risposta così positiva ai pezzi che non abbiamo potuto fare altro che iniziare a fare concerti, anche se non era così che era partito, anche se sarebbe dovuta rimanere una cosa fra noi.

Avreste preferito stare fra voi, a suonare, in una maniera più intima?
Darren: No, guarda, poi ha iniziato a piacerci molto. E’ stato tutto così veloce, dopo il primo concerto ce ne hanno proposti altri due e tutto è diventato importante nel giro di poco tempo.
Come nelle migliori favole, in maniera del tutto naturale, senza forzature
Darren: Sì, è stato tutto incredibilmente naturale, bello.

Siete tutti di Londra, voi?
Darren: Siamo tutti di Londra, tranne DeeDee, che è di Manchester.

E chi credete che sarà la prossima grande novità da Londra?
Darren: Non so, siamo veramente molto impegnati. Suonando così tanto siamo rimasti un po’ fuori dal resto e, a parte le band che hanno suonato con noi (ce ne erano di molto valide), non ascoltiamo più quasi niente. Speriamo di vedere più concerti quest’estate, magari. I Clock Opera a me stanno piacendo molto, tanto per fare un nome.

Francesca Stella Riva  

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