40 mila persone, provenienti da ogni parte dell’Europa sud-orientale, hanno accolto in delirio gli australiani AC/DC, per un concerto sold out ormai da quattro mesi che apre una stagione estiva spettacolare. Saranno vecchi e destinati a rimanere intrappolati nei loro personaggi a vita, ma se i numeri che riescono a muovere sono questi, alla fine Angus Young e soci dimostrano di avere sempre ragione.
Perso Maurizio Solieri per coda all’ingresso, entriamo e assistiamo alla scontata polemica sulla scelta di Le Vibrazioni come gruppo spalla dei rocker australiani: fischiati ed insultati dall’inizio alla fine, e vittime anche di suoni mediocri, con un unico momento di relativa calma rappresentato dalla cover di “Rock and roll” dei Led Zeppelin con Pino Scotto come ospite, per un personale tributo al recentemente scomparso Ronnie James Dio.
Alle 21.30, con un video introduttivo spettacolare, inizia il concerto degli AC/DC con “Rock n’ roll train”. Nulla è lasciato al caso per queste due ore di show, con tutti gli stereotipi dei loro concerti presenti all’appello: il treno che domina la scena per più di metà serata, Angus vestito da scolaretto e Brian Johnson con coppola e camicia smanicata, la campana durante “Hells bells”, la bambola gonfiabile durante “Whole lotta Rosie”, lo strip su “The jack” e i cannoni durante “For those about to rock”, con tanto di spettacolo pirotecnico conclusivo.
Non da meno il pubblico, dalla gente che indossa le cornine luminose ai die hard fan, che imitano il look dei loro eroi. Capisci che gli Ac/Dc sono più di una semplice rock band anche guardando i numerosi presenti: non solo metallari o rocker o motociclisti, gente comunque abituata a sonorità più dure, ma anche persone più sobrie e ragazze pronte a ballare su tutte le note del combo australiano, soprattutto su “You shook me all night long”.
Un sound che ha accompagnato la vita di più generazioni, per una scaletta rodata già dallo scorso anno che presenta tantissimi classici (anche se, come è ovvio, molte sono state le esclusioni) e una buona rosa dall’ultimo “Black ice”: escludendo la canzone di apertura, però, gli altri brani non reggono il confronto, soprattutto nel caso di “War machine”.
Gli Ac/Dc, e c’è da aspettarselo, iniziano a sentire il peso degli anni, soprattutto Brian Johnson che il traguardo dei sessanta lo ha già passato da un pezzo: niente più Angus Young sulle spalle durante gli assoli e una maglietta sotto la camicia smanicata durante l’encore ci fanno intuire che, sotto sotto, anche loro sono umani. Inoltre anche alcune sbavature fanno vedere una band che, dal lato musicale, non è più perfetta come una volta. Errori che però vengono compensati dal fatto di essere di fronte a un’icona vivente che, con un paio di accordi, è capace di tenere in pugno decine di migliaia di persone ogni sera.
Il caldo quasi estivo del primo pomeriggio ha fatto iniziare nel suo clima migliore (molti erano i timori di un concerto con brutto tempo fino a una decina di giorni fa) la stagione estiva dei concerti, che porterà moltissimi artisti in Italia, e soprattutto nel Nordest, fino ad agosto. Vista però la serata di ieri sera, e i nomi in ballo nelle prossime settimane, difficilmente gli Ac/Dc cederanno lo scettro di numeri uno: show clamoroso, a conferma del successo di una band che ha venduto, in trent’anni di carriera, più di 200 milioni di copie.
Setlist: Rock N’ Roll Train, Hell Ain’t a Bad Place to Be, Back in Black, Big Jack, Dirty Deeds Done Dirt Cheap, Shot Down in Flames, Thunderstruck, Black Ice, The Jack, Hells Bells, Shoot to Thrill, War Machine, High Voltage, You Shook Me All Night Long, T.N.T., Whole Lotta Rosie, Let There Be Rock
Encore: Highway to Hell, For Those About to Rock (We Salute You)
Si ringrazia Azalea Promotion, e in particolare Luigi Vignando, per la collaborazione.
Nicola Lucchetta
Foto di Francesco Zanet