Varco il corridoio che porta al campo da giuoco di San Siro, gli spalti sono vuoti e il manto erboso è interamente rivestito da un tappeto di gomma bianca, porte e reti sono state rimosse e al loro posto è sorto qualche baracchino per la vendita di panini, birre e sigarette. Il cielo che s’intravede dal centro della struttura è sinistramente annuvolato.
I tecnici vanno avanti e indietro; c’è chi monta transenne, chi parla ai wakly toki e chi si arrampica su imponenti ragnatele metalliche a sostegno degli amplificatori. Alcune donne in jeans e maglietta, o in freschi vestiti estivi, cantano. Sono Laura Pausini, Giorgia, Carmen Consoli, Fiorella Mannoia e la prossima mamma Elisa, che sfoggia un tenerissimo pancione. Come inizio, non c’è male.
Mi fermo sotto il palco e assisto insieme agli addetti ai lavori alle loro prove. Stanno cantando in quintetto “Quello che le donne non dicono” di Enrico Ruggeri. Finiscono e spontaneamente urlo loro “Brave!!” , qualcuna mi sorride e mi ringrazia, l’atmosfera è molto rilassata e lo spettro dell’acquazzone che aleggiava sull’evento pare essersi dissolto in un sole battente.
“Ragazze, dai che dobbiamo provare! Gianna (Nannini n.d.r.) ?? Mi ha chiamata prima, verrà direttamente stasera … “ dice Laura Pausini nei panni di un efficientissimo direttore artistico.
E’ il turno di Giorgia che prova “Di sole e d’azzurro”. La sua voce modulante rimbalza fra le curve deserte dello stadio, e il suo raro talento si insinua fra i pori della mia pelle increspandola e dandomi qualche brivido. Per me la giornata potrebbe anche finire qui, ma sono appena le due del pomeriggio e la grande maratona musicale rosa in previsione per le quattro non è ancora incominciata…
Circa 55 mila persone hanno assistito al concerto Amiche per l’Abruzzo, trasmesso per la prima volta in Italia a reti radiofoniche nazionali unificate, con annunciati quasi 40 milioni di radioascoltatori. Sul palco milanese di San Siro si sono alternate le più note cantanti italiane e l’incasso ricavato grazie alle loro esibizioni è stato interamente devoluto a favore della costruzione di una scuola abruzzese.
La manifestazione è stata aperta dalla voce eterea di Antonella Ruggero e poi fino alle 19.30 si sono esibite artiste note ed emergenti, e persino un’insolita band composta da Carmen Consoli al basso, Paola Turci alla chitarra, Marina Rei alla batteria e Nada alla voce. C’erano proprio tutte: Irene Grandi, Giusy Ferreri, Arisa, Ivana Spagna, Siria, Alexia, Dolcenera, Anna Oxa, Malika, Paola e Chiara, Fiordaliso, Alice, Donatella Rettore, Noemi, Alessandra Amoroso e molte altre. In altre parole, come citava un simpatico slogan ufficioso della manifestazione stampato sulle magliette in vendita fuori dallo stadio… “Tante tette per tanti tetti”.
Alle 19.30 è quindi iniziata la diretta radiofonica, e la manifestazione è entrata nel clou, con le performance della big fra le big che hanno cantato cinque o sei brani ciascuna. Nell’ordine sono apparse Fiorella Mannoia, Giorgia, Elisa e le amatissime Laura Pausini e Gianna Nannini.
Apprezzabilissimi, suggestivi e inconsueti i duetti, su tutti quelli della rocker Nannini che ha interpretato con la sua voce roca canzoni melodiche come la “La solitudine” di Laura Pausini, “Come saprei” di Giorgia e “Gli ostacoli del cuore” di Elisa.
Sono poi doverosi due apprezzamenti speciali, il primo alla “padrona di casa” Laura Pausini, che oltre a rivelarsi una minuziosa organizzatrice, ha confermato una volta di più (qualora ce ne fosse stato bisogno) di avere potenza vocale, energia e padronanza del palcoscenico assolutamente uniche, e il secondo a Elisa che ha cantato con grinta e professionalità i suoi successi nonostante la gravidanza inoltrata.
Il grande concerto è durato circa fino a mezzanotte, quando tutte le artisti esibitesi nel corso della giornata e le deejay e speaker delle radio nazionali (rigorosamente donne) si sono ritrovate sul palco per cantare “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, fra una sfolgorante pioggia di stelle filanti e coriandoli. Sicuramente un evento unico, che passerà alla storia della musica italiana.
Grazie a Sergio Palmanova