Gli As I Lay Dying si sono esibiti il 9 ottobre 2019 ai Magazzini Generali di Milano per quella che è stata l’unica data italiana del loro Shaped By Fire Tour, nel contesto di una serata incredibilmente ghiotta per gli amanti del metalcore e dei suoi derivati, soprattutto per chi ha vissuto il periodo di massimo splendore del genere durante i primi anni Duemila. Ad arricchire un piatto già gustoso di suo, prima di Tim Lambesis e soci infatti, sono saliti sul palco della venue meneghina una manciata di formazioni che nel corso degli anni hanno contribuito a mantenere alto il nome del –core, tramandando la passione per queste sonorità a un pubblico sempre più giovane. Partendo dall’approccio fresco dei Fit For A King, passando dai veterani Unearth, fino ad arrivare ai tecnicamente ineccepibili Chelsea Grin (che ora vantano alla voce l’ex Lorna Shore Tom Barber), il clima all’interno dei Magazzini Generali, in netto contrasto rispetto alla serata quasi invernale dell’esterno, era a dir poco rovente.
L’ultimo passaggio degli As I Lay Dying in Italia risale a dicembre dello scorso anno, a pochi mesi dall’annuncio del ritorno sulle scene dopo un lungo e problematico iato, durante il quale le sorti della band sembravano segnate senza rimedio. Ma i Nostri sono la dimostrazione vivente che è possibile rinascere dalle ceneri, così come non è impensabile riuscire a far pace con se stessi, oltre che con i propri compagni di avventure, nonostante i rapporti e le dinamiche interne fossero terribilmente incrinati. La storia recente degli As I Lay Dying, così come il fil rouge che lega i pezzi all’interno di “Shaped By Fire”, l’ultima fatica della formazione dopo quasi sette anni di silenzio, è un racconto di caduta e redenzione, di disgrazia e rinascita, proprio come la famosa fenice che rinasce dai tizzoni ardenti in cui è arsa viva, ancora più fiera e splendente di prima.
L’unico concerto italiano per il 2019 degli As I Lay Dying è stata l’occasione per tastare con mano lo stato di salute della band dopo la pubblicazione di un disco che è riuscito a convincere anche i più scettici sulla genuinità di un comeback piuttosto discusso, per usare un eufemismo. E ovviamente, un buon numero di pezzi estratti da “Shaped By Fire” sono finiti in scaletta, riuscendo a mantenere il confronto con i grandi inni del passato, e ricevendo un’accoglienza da parte del pubblico calorosa in egual misura. L’attacco con “Blinded” è decisamente azzeccato, e permette al bassista e clean vocalist Josh Gilbert di brillare con il suo cantato pulito. Il growl di Lambesis non sarà più quello di una volta, ma il frontman compensa questa mancanza con una presenza scenica letteralmente immensa, saltando su pedane e rialzi di un palco che sembra troppo piccolo per tenere lui, la sua band e una produzione che non sfigurerebbe su stage più ampi.
Lo show dei Nostri prosegue senza interruzioni per poco meno di 75 minuti, al ritmo serrato che si fa confà alla proposta musicale del quintetto, mentre i due chitarristi Phil Sgrosso e Nick Hipa si rincorrono su scale e partiture facendo sfoggio della propria tecnica, e Jordan Mancino alle pelli pesta come un forsennato. Gli unici momenti di relativa tregua sono l’arrivo sul palco del cantante dei Fit For a King, Ryan Kirby, che ha prestato la sua ugola durante “Redifined”, e i pochi secondi in cui Lambesis prende la parola, continuando a ringraziare i fan per la seconda possibilità che gli è stata concessa come individuo e come frontman degli As I Lay Dying.
Il picco emozionale della serata risiede in “My Own Grave”, primo singolo estratto da “Shaped By Fire”, che insieme a una tiratissima “Gatekeeper” riassume al meglio la nuova incarnazione live del combo. Inutile dire cosa abbiano provocato pezzi come “Within Destruction”, “The Sound Of Truth” e “The Darkest Nights”, brani simbolo contenuti nei pilastri “Shadows Are Security” (2005) e “An Ocean Between Us” (2007). A dir la verità non è mancata neanche qualche incursione nel passato ancora più remoto della band, con una acclamata “94 Hours”, presente nel secondo disco degli AILD, “Frail Words Collapse”, pubblicato nel 2003.
La sensazione al termine del concerto è che Lambesis e compagni abbiano voglia di recuperare il tempo perso, guardandosi alle spalle non più con rabbia e rimpianto, ma con la consapevolezza di ciò che si è lasciato nel passato e che deve assolutamente restarci. “Shaped By Fire”, forgiati dal fuoco, temprati e più forti di prima, consci del proprio ruolo di maestri del metal contemporaneo, e portavoce di un genere che è ben lungi dall’essere considerato morto e sepolto.
Scaletta concerto As I Lay Dying
Blinded
Through Struggle
Within Destruction
Redefined (feat. Ryan Kirby)
The Sound of Truth
Forsaken
Shaped by Fire
The Darkest Nights
An Ocean Between Us
Gatekeeper
A Greater Foundation
Parallels
My Own Grave
94 Hours
Encore:
Nothing Left
Confined