Ai Magazzini Generali di Milano, in data 10 marzo 2016, vanno in scena i Baroness, che iniziano puntuali e salgono carichi sul palco, già predisposto di un’atmosfera eterea con la complicità della macchina del fumo che per l’occasione deve fare gli straordinari.
Il combo di Savannah, Georgia, propone il suo originalissimo mix di generi, un metal sludge che svaria tra sferzate potenti, melodie accattivanti e momenti di psicadelìa quasi di stampo pinkfloydiano, che si amalgama in un costrutto solido e coinvolgente. Ritroviamo tutto ciò che compone quella loro discografia varia che li ha promossi negli ultimi anni a uno dei gruppi più promettenti della scena alternative metal. Dopo svariati avvicendamenti, ad accompagnare il cantante chitarrista – e disegnatore delle fantastiche copertine degli album – Tim Loose, ci sono dei musicisti di alto livello tra cui spicca il chitarrista Brian Blickle e il protagonista sonoro, a meno per quanto riguarda i volumi della serata, il bassista Summer Welch. L’ultimo album “Purple” ha visto un ammorbidimento dei suoni a vantaggio delle atmosfere e delle melodie vocali, ben riprodotte live, proposte con pezzi come “Shock me”, “Morningstar”, “The Iron Bell” e il primo singolo “Chlorine & Wine”.
Dopo un’ora e mezza di musica ininterrotta i Baroness salutano il pubblico con la bellissima “Eula”, per poi rientrare per un encore di due pezzi e chiudere definitivamente con “Take My Bones Away”, lasciando il pubblico soddisfatto di un concerto pieno di energia e melodie da ricordare.
Un gruppo, quello dei Baroness, che coniuga incredibilmente l’immediatezza e la spregiudicatezza di una formazione punk ma che sa imbastire una proposta tecnica e melodica di altissimo livello, avvolgente e sfaccettata, resa con una naturalezza sorprendente. Si confermano una delle band più interessanti sia live che in studio, dove non sembrano dare ai propri fan punti di riferimento in un cammino di costante evoluzione.