Bernard Fowler’s Bad Dog – Milano, 10 febbraio 2008


 

C'è chi ha sentito per la prima volta i Rolling Stones in un supermercato, come Marcello Porceddu, che ebbe la folgorazione a 8 anni, vedendo una madre cantare Satisfaction al proprio bambino. E c'è chi li ha amati, cantandoli a squarciagola, coi capelli ridenti di gioventù al vento, sentendoli con un ex fidanzato, come Serena. Andrea Pagano li ama perchè è quasi come respirare, perchè quello che gli Stones fanno è cambiare la vita. “Una delle cose belle dei Rolling Stones è che non si lasciano abbattere, facendo in modo che le malinconie e le difficoltà prendano una piega ironica e combattiva nella musica. Il loro rock è sesso fatto bene, coi tempi e i modi giusti.” racconta Andrea, voce degli Stellavox, loro raffinata tribute band milanese. “Questa cosa del non piangere per i propri mali la si trova anche nel flamenco – prosegue Marcello (chitarra) – ed è la loro forza. Hanno movimenti brit, ma energia flamenca. “E se dovessi dirti un cibo che potrebbero essere… cioccolato fondente dal cuore che si scioglie lentamente in bocca” aggiunge Serena, che da poco si è unita al gruppo come corista, portando la sua freschezza. Il sogno che accomuna gli Stellavox è conoscere Mik e compagni, magari suonare con loro, oppure vivere semplicemente la quotidianità come degli amici.

Chi questo lo può fare è il corista dei Rolling Stone, Bernard Fowler, che in una notte sotto zero di metà inverno, ha sprigionato tutta la sua vibrante energia al Legend 54 di Milano. Voce calda e grande sensualità, sguardi magnetici che trascinano in un trance dai sapori funk, blues, rock. Graffi e schiaffi sonori e poi lingue umide che leccano ferite troppo salate, che fanno male se ci stai a pensare. Un'esplosione d'adrenalina sul palco, grazie anche alla vicinanza di Doug Wimbish, eccezionale bassista dei Living Colour e di Madonna, solo per dare un'idea del suo calibro. I suoni fluiscono dentro e fuori dai loro corpi che divengono di un irresistibile erotismo, avvinghiati al microfono o aggrappati agli strumenti, in un orgasmo cosmico di note, odori e visioni. Per Bernard la musica è come un magma sessuale. “Suonare coi Rolling Stones è un'emozione indescrivibile e ogni volta che sono sul palco è come se fossi fra i pubblico, mi vedessi e poi wow… penso ma sono proprio io!?” Racconta Fowler nel backstage dopo lo spettacolo. E per descrivere il suo progetto dimostra sensibilità per tutti i generi “Se dovessi dare una forma alla musica che ho suonato stasera sarebbe quella della terra, Mother Earth”. Con Doug emerge una chicca… “Da piccolo mia mamma, originaria delle Bahamas, cantava una canzoncina molto ritmata, tipo carioca…” Avreste dovuto sentirlo canticchiare that little song, so lovely! “La musica che proponiamo con Bernard è pollo e patatine con del tè freddo, ma anche tante altre cose…  it's also like you, sweety girl!”

Serate così pregne di primordiale energia son pietre rare da raccogliere in uno scrigno e far brillare nei propri occhi, per consentir di bere anche a chi non c'era quella luce inebriante che ti ha avvolto attraverso la musica e le parole di artisti… persone, attente anche al nome di chi sta parlando con loro.

Grazie a Melissa Mattiussi

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