Il concerto di Bruce Springsteen a Firenze del 10 giugno 2012 porta allo Stadio Artemio Franchi tantissimi seguaci del Boss. Dopo lo show incredibile di San Siro, Bruce Springsteen è ancora sul palco per la seconda data italiana, la terza si terrà a Trieste domani lunedì 11 giugno. Migliaia di fans dal Sud e dal Centro Italia stanno convergendo presso il capoluogo Toscano, un discreto numero di fedelissimi già presenti a Milano si trova già in zona pit.
Si inizia prima rispetto al Meazza, “Badlands” apre la serata poco prima delle 20:30, quindi “No Surrender” e “We Take Care Of Our Own” precedono “Wrecking Ball“. Il pubblico è arrivato tardi ma in tempo per l’opener, le presenze sono almeno quarantamila e l’entusiasmo è assoluto. Il meteo prova a rovinare lo show, infatti attacca a piovere pochi minuti dopo il secondo pezzo, ma chi è nel prato se ne frega alla grande continuando a ballare. “Death To My Hometown” è la quinta canzone, già la terza estratta dall’ultimo disco pubblicato, a ruota “My City Of Ruins“. Le sorprese però sono dietro l’angolo e nell’euforia generale arrivano “Be True” e “Prove It All Night“, con una strepitosa “Darlington County” con “Honky Tonk Woman” degli Stones come intro. Purtroppo la pioggia aumenta d’intensità ma pare che anche la scaletta del concerto sia in aumento progressivo… Arriva un’altra chicca con la cover di Elvis “Burning Love” seguita da “Working On The Highway“. Grandissimo il pubblico che tiene duro nonostante l’acqua stia diventando sempre più pesante da sopportare.
[youtube 7DXfoVFl1rM]Con “The River” arriva il primo momento davvero intimo della serata e i brividi non sono mai abbastanza su questo capolavoro. “Backstreets” è un altro colpo al cuore dei fans che saltano il più possibile per evitare di sentire il crescente freddo nelle ossa. Siamo a due ore e mezza di show e iniziano i ‘bis‘ (almeno teoricamente visto che di solito gli encore del Boss sono concerti interi in pratica) al termine di “Rocky Ground“: “Born In The USA” si canta pure in Curva Fiesole (opposta allo stage), stesso discorso per “Born To Run“, incollata alla precedente come a San Siro. Se ancora non ne avessimo avuto abbastanza di ballare, Springsteen piazza dopo “Hungry Heart” la doppietta “Seven Nights To Rock” (chicca niente male) e “Dancing In The Dark“. “Tenth Avenue Freeze-Out” ci fa capire che anche oggi stiamo per arrivare alla fine, la pioggia non si è fermata un minuto e il Boss per ringraziarci non ci manda a casa senza “Twist And Shout” e “Who’ll Stop The Rain“, sparando un altro set di 30 pezzi, di oltre tre ore di durata e dandoci davvero tutto quello che ha. Noi non siamo degni. Non siamo degni.
Setlist: Badlands
No Surrender
We Take Care Of Our Own
Wrecking Ball
Death To My Hometown
My City Of Ruins
Spirit In The Night
Be True
Jack Of All Trades
Trapped (Jimmy Cliff cover)
Prove It All Night
Darlington County/Honky Tonk Woman intro (Rolling Stones)
Burning Love (Elvis Presley)
Working on the Highway
Shackled and Drawn
Waitin’ on a Sunny Day
Apollo Medley
The River
The Rising
Backstreets
Land of Hope and Dreams
Rocky Ground
Born In The USA
Born To Run
Hungry Heart
Seven Nights to Rock (Moon Mullican)
Dancing in the Dark
Tenth Avenue Freeze-Out
Twist And Shout (The Isley Brothers)
Who’ll Stop The Rain (Creedence Clearwater Revival)
Luca Garrò, foto d’apertura Rodolfo Sassano (Milano), altre foto Barbara Chimenti
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