Bruce Springsteen – Stadio Olimpico, Roma 19 luglio 2009

Ore 22:30, si spengono le luci allo Stadio Olimpico e sulle note di “C’era una volta in America” del romano Ennio Morricone entra, per la prima volta in questo stadio, Bruce Springsteen con la leggendaria E Street Band. Si parte con l’immancabile “Badlands” e dopo pochi brani il prezzo del biglietto e la lunghissima attesa (protratta a causa della concomitanza coi mondiali di nuoto al Foro Italico) sono ampiamente ripagati.

Non è possibile immaginare l’energia di Bruce Springsteen quando dietro di se ha la E Street Band se non la si vede dal vivo, è letteralmente impressionante. Bruce ha cantato ininterrottamente ventotto brani, spesso rendendoli molto più lunghi e “faticosi” delle versioni in studio, lanciando chitarre pronto ad imbracciarne  diverse, saltando sul pianoforte, scherzando ed interagendo col pubblico e correndo per tre ore esatte. Pochissimi atleti apparsi allo Stadio Olimpico hanno dimostrato la sua forza, la sua inesauribile energia e la sua mostruosa resistenza.

Con un lungo discorso in italiano ci dice di voler mantenere una promessa, di voler costruire a Roma una “casa di musica e rumore” aggiungendo che tocca alla E Street Band portare la musica e chiedendo a noi altri di portare il rumore, riferendosi ai fatti dello scorso anno, dove è stato vergognosamente multato per aver “sforato” di venti minuti i limiti di tempo imposti durante il concerto allo Stadio San Siro di Milano, inquinando col suo “rumore” gli abitanti della zona intorno alla struttura.
A metà dello show il Boss ha raccolto alcuni dei numerosissimi cartelloni preparati dal pubblico recanti le richieste dei brani più disparati, ed ha accontentato varie richieste regalando perle come “Hungry Heart”, “Prove It All Night” ed una chicca insperabile come “Pink Cadillac” ed ancora una “Surprise Surprise” dedicata ad una ragazza che compiva proprio quella sera gli anni.
Molti i classici del repertorio (“She’s The One”, “The Rising”, “The Promised Land”, “I’m On Fire”, “Dancing In The Dark” tra gli altri) e sole tre canzoni dall’ultimo album, la title-track “Working On A Dream” epocale brano che sarà per sempre legato ai primi giorni di Obama presidente, la già citata “Surprise…”, ed un’incredibile versione di “Outlaw Pete” che supera di dieci volte la già convincente versione del disco e durante la quale il magnifico Clarence Clemons, elegante, pacchiano e maestoso sacerdote nero, fa vibrare le anime dell’Olimpico con semplici cenni d’armonica.
Altro pezzo epico che mai avremmo sperato di vedere in scaletta è “American Skin (41 Shots)” che incanta un ammutolito ed attento Stadio.

Bruce Springsteen ci diverte e si diverte, gioca con i bambini delle prime file e dedica, accontentando una richiesta pervenutagli per lettera, “My City of Ruins” brano composto in seguito agli attentati dell’11 Settembre, ai nostri fratelli abruzzesi colpiti dal terremoto dello scorso Aprile.
Che altro? “Born To Run” con lo stadio completamente a luci accese, “Thunder Road” da brividi, “You Can’t Sit Down”, la mamma e la zia di Springsteen sul palco a ballare divertite, migliaia di persone, fra cui numerosi giovanissimi, distrutte dalla stanchezza che fissano un 60enne che ancora salta, lancia chitarre e sciorina brani senza fermarsi un secondo… non vi basta? E allora eccovi un gran finale con “Twist & Shout” inframmezzata con “La Bamba”… col Boss che ancora ha la forza di scherzare, di indossare un cappello da cowboy “preso a prestito” dal pubblico e di prendersi in giro fingendo di svenire per essere risvegliato con una spugna d’acqua strizzatagli in faccia da Steven Van Zandt per riprendere il pezzo più energico di prima.

All’una e mezza decide di lasciarci liberi di tornare a casa: non ho memoria di tre ore della mia vita passate così velocemente… mi ci vorranno giorni per comprendere ed assimilare quello che ho visto succedere sul palco di Springsteen e della leggendaria E Street Band!

Setlist: Badlands, Out In The Street, Outlaw Pete, No Surrender, She’s The One, Working On A Dream, Seeds, Johnny 99, Atlantic City, Raise Your Hand, Hungry Heart, Pink Cadillac, I’m On Fire, Surprise Surprise, Prove It All Night, Waiting On A Sunny Day, The Promised Land, American Skin (41 Shots), Lonesome Day, The Rising, Born To Run. My City Of Ruins, Thunder Road, You Can’t Sit Down, American Land, Bobby Jean, Dancing In The Dark, Twist & Shout.

Paolo Bianchi

Lascia un commento