Andare ad un concerto dei Bud Spencer Blues Explosion e paragonarlo a una carica pura di dinamite può apparire un divertissement assai scontato. Eppure, in quel nome che il duo romano ha scelto per rappresentarsi, non c’è solo un gioco di parole con Jon Spencer e la sua band, ma un che di profetico, se non proprio una dichiarazione di intenti. Una nuova deflagrazione è difatti stata localizzata il 16 gennaio 2015 al Locomotiv Club di Bologna, quando i Bud si sono fermati nella città felsinea per questa tornata invernale del loro tour di presentazione di “BSB3“.
Sotto il tramezzino onnipotente (quello della copertina del disco), Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio stravolgono e impressionano nuovamente. La scaletta del live crea uno scenario sonico compatto e quasi ininterrotto che scorre liscio e scalda ed eccita le interiora come un bicchiere di whisky buttato giù tutto d’un fiato. Partendo da “Camion” e fissando subito in alto l’asticella del concerto, si scandaglia a fondo la produzione del duo, con picchi di entusiasmo nel pubblico per l’ultimo singolo “Duel”, coadiuvato dai visual proiettati che riprendono il video di Alex Infascelli, e scene di pogo sulla cover di “Hey Boy Hey Girl” dei The Chemical Brothers, e trova spazio anche la digital tanpura, memoria del lavoro solista di Viterbini “Goldfoil”, che crea forse l’unico momento di transito prima di un ultimo grande e altalenante slancio.
Viterbini e la sua chitarra sono un’unica essenza: il musicista suona con una verve e sicurezza che danno un volto e una mimica facciale al suono dello strumento. Da solo, con l’ausilio di una pedaliera che attira le curiosità dei più attenti, erige una struttura sonora che non lascia neanche il tempo di porsi la domanda mai messa a tacere “sì, ma il basso?”, mentre elabora complessi riff e soli, chinato verso la tastiera che sembra tanto malleabile quanto granitica sotto le sue mani, un po’ schiava dei suoi guizzi; si diverte con lo slide, che ogni volta che scorre sulle corde, talvolta rapido altre più lento, è lo stesso effetto di un salto nel buio. Petulicchio svetta dalla sua batteria come fosse un gigante, aggressivo, minuzioso, soprattutto vivace e fantasioso.
È l’amore per il blues del Delta, che traspare mescolato al rock, quello dei mitici Seventies; sono le velleità musicali dei due artisti sulla scena, con un’attenzione quasi pedante nei confronti del suono (provate a salutarli a fine concerto, vi diranno “Grazie! Ma come si sentiva?”); è la componente di improvvisazione, con virtuosismi mai fini a se stessi o esagerati, la curiosità umana e artistica: tutti elementi che concorrono a creare quella miscela pericolosamente instabile e ad alto rischio di combustione che poi, in definitiva, è un concerto dei Bud Spencer Blues Explosion.
Il duo romano di strada ne ha percorsa parecchia, metaforicamente e letteralmente, e ha saputo far tesoro di tutte le esperienze incontrate: il risultato è un’evoluzione in crescendo che lascia augurare e ben presagire che Adriano e Cesare, alla costante ricerca del suono perfetto, siano sulla giusta rotta per scoprirla davvero, la formula per creare l’oro.
Fotografie a cura di Mathias Marchioni.