Chris Cornell ha inaugurato lunedì 25 giugno al Castello di Udine la rassegna Udin&Jazz e la prima delle quattro (poi diventate tre, a causa del malore subito nella notte che lo ha costretto a cancellare la data di Collegno) esibizioni italiane del tour di supporto a “Songbook“. La serata friulana, che ha visto il cantante famoso per il suo trascorso nei Soundgarden e negli Audioslave proporsi in un’inedita versione acustica, ha portato nella location del centro cittadino un’affluenza sorprendente di oltre 2000 persone, che hanno potuto assistere ad un vero e proprio best of di una carriera ormai vicina al traguardo dei trent’anni.
“Questo è un posto veramente bello“, ha dichiarato il cantante prima di iniziare con l’accoppiata “Scar on the sky” / “As hope and promise fade“, prese dai suoi lavori solisti “Carry On” e “Scream“. Come per l’esibizione di Rho di poche settimane prima, anche all’inizio Cornell dosa le energie per evitare dei cali di tono; riscaldamento che in ogni caso dura un paio di pezzi, perché già in “Dandelion” sfodera le prime vere luci della serata. Le vere emozioni, quelle da pelle d’oca, arrivano poco dopo, con il trio “Wooden Jesus”, “Call me a dog” e “Hunger strike”, tracce prese dall’album dei Temple Of The Dog: un salto indietro di vent’anni, per un progetto nato come tributo al cantante dei Mother Love Bone e diventato leggenda.
Per i tanto attesi classici dei Soundgarden bisogna aspettare la metà dell’esibizione, selezione che non si discosta da quanto già proposto nei concerti precedenti: “Fell on black days“, “Black hole sun“, “Burden in my hands” e “Blow up the outside world” vengono proposte con degli arrangiamenti fedeli alla versione originale. Oltre ai pezzi che lo han visto protagonista della scena rock degli ultimi quattro lustri, Cornell ha proposto nelle quasi due ore di esibizione anche diverse cover: toccanti il suo riarrangiamento di “Billie Jean“, casualmente riproposto nel giorno del terzo anniversario della morte di Michael Jackson, e la cover di “Thank you” dei Led Zeppelin, accoppiata che è stata tra i momenti clou della serata. Spazio quasi esclusivo alle riedizioni di brani altrui nell’encore: oltre a quella “Satisfied mind” rivista da molti altri suoi colleghi, Cornell chiude la serata con una parentesi beatlesiana costituita da “A day in the life” e “Imagine“, la seconda il brano più conosciuto della carriera solista del Baronetto John Lennon.
Quella di Chris Cornell a Udine è un esibizione da scrivere negli annali. Un artista di elevato spessore che non ha nascosto nel corso della serata il suo attaccamento con l’Italia (non è un caso che abbia scelto Roma come base per i periodi di pausa nella serie di concerti che lo vedrà impegnato in Europa fino a metà luglio), ricordando i primi anni dei Soundgarden nei quali si esibirono più volte da sconosciuti nel nostro Paese. Un concerto da non perdere, un legame tra l’artista e i suoi fan che vi consigliamo di vivere nelle prossime serate di Verona e Firenze.
Setlist: Scar on the sky, As hope and promise fade, Dandelion, Wide awake, Can’t change me, Wooden Jesus, Call me a dog, Hunger strike, Be yourself, Fell on Black days, Black hole sun, Burden in my hands, When i’m down, Scream, Sweet euphoria, Billie Jean (Michael Jackson), Thank you (Led Zeppelin), Like a stone, Doesn’t remind me, Blow up the outside world, Satisfied mind (The Byrds), I am the highway, A day in the life (Beatles), Imagine (John Lennon)
Nicola Lucchetta