Il concerto dei Coldplay allo Stadio Olimpico di Torino del 24 maggio 2012 è uno degli eventi più attesi dell’anno. Concerto tutto esaurito e Coldplay (che hanno iniziato il 18 maggio in Portogallo il tour) ai massimi livelli di popolarità di sempre, l’Olimpico apre i cancelli alle 16:30 e inizia la corsa verso i posti migliori da parte dei fans che sono riusciti ad acquistare i biglietti del prato, molto dopo invece si popolano gli spalti. Tutti gli spettatori, al momento di entrare, hanno ricevuto un braccialetto che tramite un telecomando verrà acceso all’inizio dello spettacolo. Questi si aggiungono alle migliaia di smartphone, ovvero gli accendini del nuovo millennio. In tribuna la situazione è tranquilla, c’è anche Chiambretti che si aggira in press zone con una giacca improbabile…
Alle ore 21:38 il tema di “Ritorno al Futuro” introduce Chris Martin e soci, che fanno il loro ingresso sul gigantesco palco realizzato per l’evento (in realtà è suddiviso in tre sezioni e occupa un’intera curva dello Stadio Olimpico). “Torino, is there anybody out there?“ Sono solo 40 mila, Chris! I braccialetti s’illuminano all’unisono di mille colori, dal verde fosforescente al rosso, i cellulari sono in mano a quasi tutti gli spettatori, e i Coldplay partono con il breve strumentale “Mylo Xyloto“, tratto dall’ultimo omonimo album, che introduce “Hurts Like Heaven“. La cura delle scenografie, in particolare per quanto riguarda gli effetti luminosi, travalica l’immaginazione: cinque enormi cerchi dai bordi fosforescenti, in cui vengono proiettati i filmati, sormontano il palco, laser e fasci di luce di ogni tipo esplodono nel cielo, in cui le ultime luci dell’imbrunire si sono spente per lasciar spazio alle stelle e al buio notturno. Il consueto lancio di coriandoli annuncia “In My Place“, prima che Martin saluti calorosamente il pubblico convenuto con qualche parola in italiano, per poi passare all’inglese affermando che daranno tutto quello che hanno in corpo, e poi “Let’s fucking go!“. E in effetti il quartetto sembra davvero in palla; oltre allo straordinario impatto visivo (su “Lovers In Japan” decine di palloni vengono lanciati sulla folla), c’è anche il momento intimista con “The Scientist“, in cui i fan iniziano a farsi sentire a gran voce nei cori. Per “Yellow“, ovviamente, le luci divengono gialle: il gruppo riesce a rendere benissimo anche live l’alternanza fra melodia e parti affidate ad un chitarrismo quasi alla Mogwai che contraddistingue uno dei loro primi classici, proveniente direttamente dall’album di debutto “Parachutes” (2000). E’ poi il turno di “Violet Hill“, al termine della quale Chris mostra ancora la sua dimestichezza con l’italiano (“come state in fondo, come state a sinistra, come state a destra, come state sul prato?“). Poi arriva la botta rock di “God Put A Smile Upon Your Face” prima del cambio palco. Intanto ci viene il forte sospetto che sti braccialetti radiocontrollati stiano disturbando tutte le comunicazioni nel raggio di due km, speriamo di passare la notte, mentre Chris è sudatissimo per la gioia delle ragazzine: corre su e giù per il grande palco, potrebbe quasi pensare di licenziare il suo personal trainer…
Ora la band si è spostata in un avamposto del palco, e prosegue lo show con “Princess Of China” (ma Rihanna è presente solo in video), “Up In Flames” e “Warning Sign“, prima di tornare al main stage. La scaletta scelta dai Nostri è indubbiamente ben calibrata: molti i pezzi estratti dall’ultimo “Mylo Xyloto“, ma sono presenti anche tutti i brani storici che i Coldplay hanno elargito nel corso della loro ultra decennale carriera. Se fossero metallari diremmo che pestano come fabbri, ma stanno suonando e cantando davvero bene, show di altissimo livello, per suoni, colori, intensità emotiva…
E’ il momento centrale dello spettacolo. Il complesso sciorina “Don’t Let It Break Your Heart“, “Viva La Vida“, “Charlie Brown” e “Paradise“: le braccia sono tutte alzate al cielo, i braccialetti multicolori s’illuminano a tempo di musica, il colpo d’occhio è spettacolare; lo stadio è illuminato quasi a giorno. I suoni sono perfetti e l’emozione è palpabile. C’è un altro cambio di palco: i Coldplay spariscono e riappaiono dalla parte opposta dello stadio, poco dietro al mixer, in cui c’è il “C – Stage“. In questo luogo vengono eseguite “Us Against The World” e “Speed Of Sound” in versione acustica. Poi si ritorna da dove si era venuti per il gran finale.
Si riaccendono i braccialetti, i giochi di luce tornano protagonisti e allora ecco “Clocks“, “Fix You” e la vera conclusione affidata a “Every Teardrop Is A Waterfall“, con un sudatissimo Chris Martin (si è appena cambiato t-shirt) ad esaltare la folla dell’Olimpico. Negli ultimi minuti si è acceso tutto il possibile, ancora fuochi d‘artificio, cartelli “chris fix me“ e braccialetti che pulsano come il cuore dei presenti a tributare giusti onori ad una band che entra a pieno diritto fra le rockstar del nuovo millennio. Alle 23:14 le luci si fanno bianche e Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion salutano i loro 40.000 fans in visibilio. L’ultima immagine è quella del singer che bacia il palcoscenico. È il ricambio generazionale che sembrava tardasse ad arrivare, i nuovi eroi hanno facce pulite, fanno beneficienza, potreste presentarli ai vostri genitori perchè non saranno mai considerati una cattiva compagnia, anche se ogni tanto scappa qualche fuck anche a loro. Il concerto Pop/Rock definitivo? Sì. Sipario.
Setlist
Back to the Future Theme (tape)
Mylo Xyloto
Hurts Like Heaven
In My Place
Major Minus
Lovers In Japan
The Scientist
Yellow
Violet Hill
God Put A Smile Upon Your Face
[B-Stage]
Princess of China
Up in Flames
Warning Sign
A Hopeful Transmission (tape)
Don’t Let It Break Your Heart
Viva La Vida
Charlie Brown
Paradise
[C-stage]
Us Against the World
Speed Of Sound (acoustic)
[Encore]
Clocks
Fix You
M.M.I.X. (tape)
Every Teardrop is a Waterfall
Livio Novara, Stefano Masnaghetti. Foto di Rodolfo Sassano