Concerto Rise Against tour 2011 Nottingham (UK) 2 novembre 2011

rise against roma 2011

Primo dei tre concerti in altrettanti giorni che seguiremo in Inghilterra, e l’unico non londinese. Sì, perché la prima tappa dei Rise Against a Nottingham (cittadina carina, a misura d’uomo e perfetta per chi adora lo shopping terapeutico), peraltro in quel Rock City che è tra i più rinomati club della nazione, valeva la trasferta. In apertura i Polar Bear Club, band che accompagnerà il combo statunitense anche nel concerto romano di metà mese, ma che abbiamo perso per buona parte a causa di un incontro casuale di membri dei Lacuna Coil, che avrebbero suonato più o meno in contemporanea ad una manciata di metri di distanza.

Volete sapere la verità? La ragione principale alla base della trasferta è la presenza, come ospite di lusso, di Tom Morello the Nightwatchman. La proposta non è niente di rivoluzionario: un folk rock piuttosto lineare debitore della tradizione contemporanea statunitense. Il chitarrista dei Rage Against The Machine si presenta armato di chitarra, fisarmonica e del suo clamoroso talento, che emergerà soprattutto nel finale allungato di The Ghost Of Tom Joad, cover di Springsteen nel quale l’influente musicista sfodera assi nella manica come lo scratch di chitarra, suo trademark, e l’assolo con i denti. La scaletta è basata sul recente disco solista, i cui pezzi in sede live guadagnano diversi punti, come ad esempio nell’accoppiata Black Spartacus Heart Attack Machine e The Dogs of Tijuana. Inevitabile l’angolo dell’amarcord della sua band madre: Morello infatti ricordò con piacere uno show della band nel palco secondario del Rock City nel lontano 1993. Il pubblico però ha preferito di gran lunga la citazione di Sleep Now In The Fire, piazzata nella parte finale del set. Per chi scrive, il vincitore morale della serata e tra i migliori show del 2011.

Partiamo da un presupposto: i Rise Against dal vivo spaccano. L’impressione è però quella di essere di fronte ad una band “incompleta”, nella quale un repertorio tra i più maturi, impegnati e di livello superiore, qualitativamente parlando, deve scontrarsi con lo scarso carisma del quartetto. Il combo di Chicago ha comunque stupito tutti i presenti, con uno show di buona caratura e un muro di suono impressionante, con chitarre che spesso sovrastavano la voce del frontman Tim Mcllrath. Più esagerato il pubblico, composto da gente di tutte le età e che ha accolto positivamente tutti i brani dei nordamericani, con punte di delirio su Prayer Of The Refugee e Make It Stop: sul singalong del ritornello ci sono state serie difficoltà a sentire la band. Quello dei Rise Against non è stato uno show perfetto: oltre ai già accennati problemi sonori, lo stesso singer ha dimostrato di avere serie difficoltà nel riproporre alcune parti alte mentre si è difeso bene durante la breve parentesi acustica inserita in setlist. La scaletta suonata si appoggia su quella già proposta nel recente tour in America, alla quale sono state apportate delle variazioni minime. Non è stato tralasciato, infine, il lato politico del gruppo, che è emerso nei testi e in un discorso piazzato ad inizio encore, dove Tim ha spronato soprattutto i più giovani, a decidere da sé il proprio futuro.

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Rise against setlist: Re-Education (Through Labor), Satellite, The Good Left Undone, Heaven Knows, Chamber the Cartridge, Survive, Make It Stop (September’s Children), The Dirt Whispered, Help Is on the Way, From Heads Unworthy, Prayer of the Refugee, Swing Life Away acoustic, Hero of War acoustic, Audience of One, Architects, Ready to Fall, Give It All, Savior.

Nicola Lucchetta

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