Mentre da noi in Italia i talent show sono insipide vetrine per “fenomeni” da dare in pasto alla massa per una stagione o poco più, all’estero la musica è ben diversa. Vuoi per cultura musicale, vuoi per un approccio differente, alcuni format televisivi sia all’estero e soprattutto oltre oceano, tipo l’American Idol, sfornano di anno in anno autentici talenti vocali.
Da qui a dire che non siamo di fronte a fenomeni commerciali ce ne passa, ma resta il fatto che oltre all’immagine, la sostanza non latita. Tra i vari David Cook, Adam Lambert, Kris Allen, Kelly Clarkson, tanto per nominare un paio di act meritevoli tra rock e pop, uno dei nomi sfornati dall’Idol americano che ad oggi ha saputo crearsi una certa credibilità è senza dubbio Chris Daughtry. Due dischi fino ad ora pubblicati che han venduto milioni di copie negli States. Qui in Italia, a parte qualche sporadico passaggio, un nome sconosciuto ai più. Eppure Daughtry con il suo modern rock dalle melodie radiofoniche ha tutte le carte in regola per fare breccia tra i cuori di chi è cresciuto con l’hard rock e il melodic rock anni ottanta. Triste constatare quanto la “vecchia Europa” fatta di appassionati di un certo tipo di musica rock/metal, sia sempre più pigra e si rinchiuda nel solito orticello di nomi sicuri e facili, addirittura lamentandosi che non ci sia più nulla di interessante da ascoltare in giro.
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Già approdato in Europa di spalla ai Nickelback all’inizio di questo 2010 (altra band che certi classic rockers farebbero bene a rivalutare), Daughtry torna per un mini-tour europeo, e quale occasione migliore se non allungarsi fino a Zurigo per capire se siamo di fronte al solito fenomeno mediatico d’oltreoceano e poco più? Il pubblico presente al Volkhaus di Zurigo è composto per lo più di teenegers, con un’alta percentuale di ragazze, segno che il buon Chris non piace solo musicalmente. Certo fa un po’ strano avere un quindicenne di fianco a te con Shazam acceso sull’Iphone per riconoscere un pezzo dei Def Leppard (recentemente coverizzati da Daughtry nell’ultimo disco di Santana con “Photograph” per l’appunto) ma tant’è ,meglio che Daughtry sia il viatico per far scoprire un certo tipo di musica ai giovani d’oggi. L’ora e venti di show si snoda agile tra i pezzi del debutto e “Leave This Town”, con una bella scaletta che alterna brani più sostenuti a ballate, cantante a squarciagola dal pubblico presente. A parte qualche problema di suoni a inizio concerto (da non attribuire totalmente al banco mixer come vedremo a breve…), è Chris a farla da padrone. Oltre ad un ottima presenza scenica, Daughtry è un’autentica forza della natura, con la sua voce cristallina e potente, che non mostra alcun cedimento nel corso di tutto lo show.
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Discorso differente per la band che l’accompagna, assolutamente inadatta per il tipo di musica proposta, soprattutto quando in studio ti puoi permettere produzioni scintillanti. Da bocciare chitarrista solista e batterista, con un approccio da grezzissima punk band, con suoni sporchi e stecche a go go che rovinano diversi brani in scaletta tra cui una “Ghost Of Me”, voce a parte, completamente disastrosa! Fortuna che Chris imbraccia la chitarra acustica in “Life After You”, “September”e “Learn My Lesson” e risolleva le sorti di uno show altrimenti indecente a livello esecutivo. Immancabili in scaletta i singoli più famosi “It’s Not Over”ed “Home” ma il colpo di coda nel finale spetta ad un’inaspettata cover di “Rebel Yell”, segno che aldilà delle etichette è sempre il buon classic rock anni ottanta l’essenza di tanto rock spacciato con l’etichetta “modern”.
Chris Daughtry è una delle migliori voci rock odierne nel panorama mondiale, nulla da dire. Detto questo una riflessione sulla stato della musica odierna andrebbe fatta. Laddove una volta c’erano band talentuose che spuntavano fuori dal nulla e diventavano dei fenomeni, oggi il mercato della musica punta sul sicuro. Si cerca il talento e una volta trovato gli si costruisce intorno un fenomeno con Producer e songwriter di grido. Su disco funziona, peccato che però dal vivo non si scherza, servono dei musicisti di un certo livello, e uno stallone di razza come Daughtry merita dei comprimari di rilievo. In effetti non faticherei ad immaginare il futuro del buon Chris Daughtry in una delle tante all star band che vanno di moda oggi, se non tra le file di qualche band famosa…
Setlist: Feels Like Tonight, What I Want, Ghost Of Me, EveryTime You Turn Around, Over You, Life After You, September, Learned My Lesson, Supernatural, No Surprise, You Don’t Belong, It’s Not Over, Rebel Yell, Home
Grazie a Roberto Giordano; videos taken from YouTube