I Death Cab For Cutie sono una band decisamente poco attiva dalle nostre parti, erano infatti sei anni che non passavano con il loro tour a far tappa in Italia. L’appuntamento questa volta è all’Alcatraz, che li accoglie per l’unica data nazionale. Forse è proprio a causa della lunga assenza dai palcoscenici nostrani che il locale non straborda di gente. Certo è che i ragazzi presenti sono tutti fedelissimi e lo fanno notare regalando molto calore durante la serata a Gibbard e soci.
Alle 21.10 puntualissimi (si parte con 10 minuti di ritardo in segno di lutto per il terremoto dell’Emilia) salgono sul palco e con “Home is a Fire” scaldano la platea. Si nota subito che sono in uno stato di forma splendida. “I Will Possess Your Heart” si attacca con la sua intro lunghissima. È solo uno dei diversi momenti strumentali dello spettacolo che i Death Cab regaleranno durante la serata, momenti sempre emozionanti che la band sa reggere con grande intensità. La setlist regala una grande varietà di repertorio pescando tanto dal passato recente, quanto dai pezzi più famosi di una volta, muovendosi tra i guizzi più movimentanti e le atmosfere più romantiche passando, come detto, per pause strumentali in grado di catturare gli spettatori. “I will follow you into the dark” lascia Gibbard da solo sul palco con la sua chitarra acustica nel momento più intimo ed emozionante di tutto il live.
Dopo quasi un’ora e venti di concerto tiratissimo arrivano “We Looked Like Giants” allungata all’inverosimile per far esplodere il locale e “The Sound Of Settling“. Pochi minuti di pausa e sono di nuovo sul palco per chiudere in bellezza con altri quattro pezzi. Dopo due ore abbondanti di splendida musica sono le note di “Transatlanticism” a chiudere lo spettacolo e non poteva essere altrimenti. Ben Gibbard è in gran spolvero così come lo sono i suoi Death Cab For Cutie, un concerto che conferma il talento di questa band culto statunitense. La curiosità sta nella mancanza in scaletta degli ultimi singoli “Underneath the Sycamore” e “Met me on the equinox”, assenze forse non troppo gravi per i fan irriducibili presenti l’altra sera a Milano.
Setlist: Home Is a Fire, I Will Possess Your Heart, Crooked Teeth, Photobooth, Doors Unlocked And Open, Long Division, Grapevine Fires, Codes And Keys, What Sarah Said, I Will Follow You Into The Dark, Title And Registration, You Are A Tourist, The New Year, Company Calls, Company Calls Epilogue, Brothers On A Hotel Bed, Soul Meets Body, We Looked Like Giants, The Sound Of Settling, Portable Television, A Movie Script Ending, Cath…, Transatlanticism.
Giuseppe Guidotti
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