Dillinger Escape Plan + Guests, New Age Club, Roncade (TV) 15 ottobre 2010

dillinger escape plan 2010

Con “Option Paralysis” nei negozi da qualche mese, i due concerti di metà ottobre sono per gli statunitensi Dillinger Escape Plan il primo banco di prova per proporre dal vivo i brani della nuova release.


Per l’occasione Ben Weinman e soci si fanno accompagnare da due nomi di tutto rispetto della scena metalcore internazionale: i The Ocean e i Cancer Bats.

Alla band tedesca il compito di aprire la serata: anch’essi in tour per supportare il nuovo “Heliocentric”, la band di Robin Staps ha confermato la qualità della musica prodotta nel corso della breve ma intensa carriera. Grazie anche ad una stabilità raggiunta dalla lineup live, i The Ocean iniziano ad assumere anche una notevole importanza on stage: una proposta ostica su disco che dal vivo invece guadagna in potenza. Sempre impressionante “The city in the sea”, vero e proprio capolavoro del collettivo teutonico. Niente di nuovo dal fronte per i canadesi Cancer Bats: la band ci è sembrata molto più in forma rispetto allo scorso giugno, quando aprirono sempre al New Age Club per i Bullet For My Valentine, e il pacchetto della serata ha influito di sicuro nella loro performance. Tanto sudore, un Liam Cormier che già da subito scende tra il pubblico per pogare con loro e una band solida, non molto tecnica ma ricca di groove e sonorità vicine allo sludge. Band ormai affermata, capace di attirare l’attenzione anche di chi con li conosceva con la gigantesca cover di “Sabotage”, classico dei Beastie Boys.

Ad oggi nessuno suona dal vivo come i Dillinger Escape Plan: anche se la concorrenza nei palchi grandi c’è (in alcuni casi stata.. vedi Nine Inch Nails), nei piccoli club la band hardcore più conosciuta del momento ha un’intensità e una fisicità senza uguali. Aggiungete uno spettacolo di luci intenso, dagli strobo a due suggestive lampade laterali, e gli ingredienti di uno degli show più importanti dell’anno ci sono tutti. La scaletta è un vero e proprio best of: tanta roba dall’era Puciato, ma spazio anche ai loro evergreen, come “43% Burnt” e “Sugar Coated Sour”, canzoni pescate dal seminale “Calculating Infinity”, uno dei più importanti dischi degli anni Novanta. La nuova “Farewell Mona Lisa” è già un classico, cantata dal pubblico dalla prima all’ultima nota, e anche i brani del precedente, e discusso, “Ire Works” dal vivo guadagano punti: “Fix Your Face” e “Lurch” sono delle vere mazzate, “Milk Lizard” ha uno dei più azzeccati ritornelli sentiti di recente. Nella sola “Black Bubblegum” i Nostri sembrano perdersi, non riuscendo a riproporre alla perfezione le atmosfere a cavallo tra Mr Bungle e Faith No More.

Proprio Greg Puciato sembra aver imparato la lezione del frontman di quelle due band: da sempre additato come suo erede, il muscoloso cantante riesce a far emergere il suo talento cristallino, scrollandosi di dosso l’ombra di Mike Patton grazie anche ad una fisicità e delle doti da animale da palco che raramente si vedono in giro. Ben Weinman si dimostra musicista notevole, capace di spaziare dal metal al jazz, abile chitarrista (come il suo comprimario Jeff Tuttle) ma anche tastierista e pianista. La sua naturalezza nel suonare parti per molti ardue e, contemporaneamente, saltare e dimenarsi è una cosa che farebbe appendere lo strumento al chiodo a moltissimi chitarristi. Ma non dimentichiamo la sezione ritmica curata dal veterano Liam Wilson e il “novellino” Billy Rymer, la più valida nel genere in circolazione come competenza, groove e capacità di variare registro con estrema facilità.

Dopo i passi falsi con i precedenti “Miss Machine” e “Ire Works”, lavori validi ma con pareri troppo discordanti a livello di critica, i Dillinger Escape Plan hanno ottenuto con il nuovo “Option Paralysis” l’opinione positiva di tutti. Non è da tutti arrivare a poco più di trent’anni, età media dei vari componenti della band, con l’etichetta di band tra le più importanti della musica estrema e con un disco, “Calculating Infinity”, che a distanza di più di dieci anni è già una pietra miliare della storia della musica estrema.

Setlist Dillinger Escape Plan: Farewell Mona Lisa, Fix Your Face, Milk Lizard, Room Full of Eyes, Chinese Whispers, Sugar Coated Sour, Gold Teeth On A Bum, Widower, Black Bubblegum, Lurch, Good Neighbor, Sunshine The Werewolf, Mouth of Ghosts, Panasonic Youth, 43% Burnt

Nicola Lucchetta

 

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