Download Festival 2013 report e foto da Donington (ESCLUSIVA)

Il Dowload Festival 2013 si è svolto a Donington dal 14 al 16 giugno. Novantamila persone per una bill stellare, le foto che gli amici di Team Rock (che ringraziamo per la consueta ospitalità) ci hanno fornito, presentano le attrazioni principali della manifestazione, una gigantesca kermesse che ha visto Slipknot, Iron Maiden, Rammstein in qualità di headliner, oltre a nomi quali Papa Roach, Walking Papers, Korn, Bullet For My Valentine, Queens Of The Stone Age e Coal Chamber esibirsi sui vari palchi del fest.

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Il Download Festival è l’happening più enorme del mondo hard & heavy: nonostante faccia freddo, ci sia il fango, piova e via dicendo, è un appuntamento che qualsiasi appassionato che si rispetti dovrebbe vedere almeno una volta nella vita. A differenza dello scorso anno ho selezionato pochi act, dando largo spazio allo sciallo e a vedere per l’ennesima volta come, all’estero, lavorare nella musica facendo i giornalisti sia qualcosa di realmente rispettato da promoter e discografici, oltre a qualcosa che richiede un impegno disumano per 72 ore e grande abnegazione per raggiungere determinati risultati.

Team Rock ha lanciato tramite questo trailer, le trasmissioni della propria Radio, ora “non solo” più quella ufficiale del festival, un progetto che sin dall’inizio abbiamo seguito, e nel nostro piccolo supportato. E’ stato un piacere partecipare ai festeggiamenti per il traguardo raggiunto, oltre che assistere nuovamente a un evento di tre giorni che  richiama da ogni parte del mondo decine di band di prim’ordine oltre a migliaia di fans e addetti ai lavori.

Ci sono pochi gruppi (tra questi ci sono anche i Limp Bizkit ma ne parleremo dopo) al giorno d’oggi che possono permettersi di far saltare platee sterminate come quelle di Donington. I Papa Roach sono tra questi e ne sono consapevoli. Jacoby non sta fermo un secondo, incita la platea e si sfianca su ogni brano. Magari su disco non tireranno più come nel 2002, ma dal vivo sono ancora una garanzia.

Scaletta: Still Swingin’, Between Angels and Insects, Where Did the Angels Go?, Burn, …To Be Loved, Getting Away with Murder, Silence Is the Enemy, Scars, Lifeline, Dead Cell, Last Resort.

Non avevo la benchè minima idea che Duff McKagan fosse al Download con una band. Non appena avuta la dritta mi sono fiondato allo Jagermeister Stage per vederlo con i Walking Papers, progettone molto bluesy che non ha poi raccolto chissà quale folla al proprio cospetto. Qualcosa di diverso insomma, la conferma che Duff non riesce a stare fermo e che, qualora ce ne fosse stato bisogno, come musicista non è proprio così monodirezionale…sì va bene lo ammetto, mi sono rotto le palle e mi aspettavo di meglio.

I Korn stanno portando in giro una scaletta della madonna, piena di roba dei primi dischi. Sul palco spaccano tutto, sarà forse per il ritorno di Head ma la band sembra proprio rinata sotto ogni aspetto. Quando parte Blind ci manca poco che le barriere collassino (succederà più tardi), set tiratissimo e denso di libidine. Non perdeteveli in Italia, fidatevi…

Scaletta: Blind, Twist, Falling Away from Me, Narcissistic Cannibal, Open Up/Coming Undone, Did My Time, Shoots and Ladders/Somebody Someone, No Place to Hide, Here to Stay, Get Up!, Got the Life, Freak on a Leash.

Sono dei tamarri e pure un po’ fighettini, tuttavia, piaccia o meno, i Bullet For My Valentine qua sono grossi. Grossi al punto di avere il proprio palco con i fuocherelli ad hoc e l’onore di aprire per gli headliner della serata. Potrebbero anche smetterla di usare le basi pre-registrate sul palco (per le seconde voci) per essere ancora più grossi, detto questo la partecipazione del pubblico è stata assoluta. Loro senza sbavature e in forma assoluta. Se Slipknot e Rammstein al momento sono i gruppi metalloni numeri uno (evitando di tirare in ballo le vecchie glorie), loro insieme agli Avenged Sevenfold stanno subito dietro. E’ un mondo difficile per certi versi…

Scaletta: Breaking Point, Your Betrayal, Waking the Demon, Saints & Sinners, 4 Words (To Choke Upon), Suffocating Under Words of Sorrow (What Can I Do), The Last Fight, Temper Temper, Guitar Solo, Scream Aim Fire, Tears Don’t Fall

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Venerati e attesi come il Messia. Gli Slipknot sono oramai delle istituzioni. Il loro concerto è inappuntabile, pieno di esplosioni e di adrenalina, pogo disumano (collassano pure le transenne di fronte allo stage un paio di volte) e coinvolgimento anche per chi conosce giusto i singoloni. E’ incredibile vedere come nel giro di un decennio siano passati da essere considerati l’anticristo (dai metallari stessi) a numeri uno della scena. C’è da dire che, oggettivamente parlando, dal vivo fanno letteralmente paura come impatto e potenza. Non hanno la teatralità dei Rammstein, ma la furia del punk e del thrash dei bei tempi sì. Period.

Leggi qui la scaletta degli Slipknot al Download 2013

La battuta sul vino per gli Alice In Chains non va più bene. Questi non invecchiano per nulla, stanno rinvigorendo una leggenda data per morta e rendendo omaggio a tutto il movimento grunge anni novanta che in loro la punta di diamante assoluta. Poco tempo a disposizione, setlist iper concentrata di hit e due nuovi pezzi. Dieci e lode.

Scaletta: Them Bones, Dam That River, Hollow, Check My Brain, Again, Down in a Hole, Stone, Man in the Box, Rooster.

Parlando di vecchiacci leggendari, Lemmy e compari non si smentiscono mai. Volume assassino e via al rock and roll estremo. A dirla tutta Kilmister lo abbiamo visto messo un po’ male, i Motorhead son sempre una macchina da guerra grazie a Mikkey Dee, tuttavia il frontman a questo giro ha palesato qualche problema di tenuta. Ovviamente gli perdoniamo tutto, è anche scontato scriverlo.

Scaletta: I Know How to Die, Damage Case, Stay Clean, Metropolis, Over the Top, Guitar Solo, The Chase Is Better Than the Catch, Rock It, The One to Sing the Blues, Going to Brazil, Killed by Death, Ace of Spades, Overkill.

I Queens Of The Stone Age col sole non vogliono dire nulla. Insomma dovrebbero suonare al buio, meglio se a mezzanotte per dire (e magari quando io sono già a letto ma è un altro discorso questo, ndr). A parte questo la band è in grande spolvero, le tipe mostrano puppe come se piovesse e ci si diverte eccome. I brani nuovi guadagnano in distorsione rispetto al disco, è ovviamente con No One Knows e simili però che la gente si scatena sul serio.

Scaletta: Feel Good Hit of the Summer, You Think I Ain’t Worth a Dollar,but I Feel Like a Millionaire, Sick,Sick,Sick, First It Giveth, No One Knows, Keep Your Eyes Peeled, Hangin’ Tree, Little Sister, I Appear Missing, My God Is the Sun, Go with the Flow, A Song for the Dead

Iron Maiden a Donington. Fine, punto, cos’altro devo scrivere? Un’atmosfera incredibile, un Bombardiere della Seconda Guerra Mondiale sorvola la folla prima che inizi Moonchild (fosse passato prima di Aces High sarebbe stato ancora meglio), la scaletta è la stessa di Milano e la band si spreme in maniera incredibile dall’inizio alla fine. Seventh Son Of A Seventh Son risuonata nello stesso luogo dove venne proposta venticinque anni fa, è certamente uno degli highlight assoluti del Download 2013.

Leggi il report dei Maiden a Rho

Non avrei scommesso nulla sui Coal Chamber. Eppure Fafara e soci mi hanno asfaltato le chiappe. Il pubblico, nonostante l’ora infame (erano le 13 più o meno) ha risposto benissimo e la celebrazione dell’era nu-metal è stata molto convincente.

Scaletta: Loco, Big Truck, Fiend, Rowboat, Something Told Me, Drove, Dark Days, Oddity, Sway.

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Come minchia faccia Corey Taylor a spararsi un set come quello di venerdì con gli Slipknot e ripresentarsi tuto belo tuto fre$ho due giorni dopo con gli Stone Sour è uno dei misteri della vita. Il pubblico nemmeno a dirlo è in delirio, salta, poga, piange, canta e diventa pazzo su Children Of The Grave (in Inghilterra penso che i Sabbath li studino alle elementari tipo). Gran concerto e Taylor manco a dirlo dominatore assoluto. Donington sta diventando anno dopo anno sempre più casa sua…

Scaletta: Gone Sovereign, Absolute Zero, Mission Statement, Made of Scars, Do Me a Favor, RU486, Say You’ll Haunt Me, Nutshell (Alice in Chains, Corey solo), Bother, Through Glass, Children of the Grave (Black Sabbath), Get Inside, 30/30-150.

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Posto che non ci sarebbero i soldi per pagare i cachet, ma provate a pensare cosa potrebbe succedere se in Italia mettessero i 30 Seconds To Mars ad aprire il concerto dei Rammstein. Forse ciò che è successo già altre volte a vari Gods Of Metal (presero le bottigliate anche gli Slipknot nel 2000), ovvero contestazioni, insulti e via dicendo. Tutto liscio invece, ovvio a molti non fregava nulla di Jared Leto e compagni, ma il loro set è andato via liscissimo, anzi con molti applausi alla fine grazie alla superba interazione messa in piedi dal frontman col pubblico. Un palco secondario li avrebbe accolti sicuramente meglio, la band ha comunque onorato l’impegno alla grande.

Scaletta: Birth, Closer to the Edge, Night of the Hunter, Search and Destroy, This Is War,  Conquistador, Vox Populi, Do or Die, The Kill (Bury Me), Kings and Queens, Up in the Air.

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Stanno vivendo un’insperata seconda giovinezza i Limp Bizkit. Headliner del palco Zippo Encore, trascinano il pubblico con una setlist classicissima e facendo saltare tutta l’area. La partenza con la cover dei Ministry è un altro highlight assoluto del festival. Botte da dio e roba da tramandare ai posteri. Tra i vincitori. A sorpresa.

Scaletta: Thieves (Ministry), Rollin’ (Air Raid Vehicle), Nookie, Hot Dog, My Generation, Livin’ It Up, My Way, Re-Arranged, Killing in the Name (Rage Against the Machine), Full Nelson, Faith (George Michael), Behind Blue Eyes (The Who), Take a Look Around, Break Stuff.

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Chiudere il Download per una delle band crucche più famose di sempre dev’essere un gran bell’onere oltre che un onore. I Rammstein mettono in piedi il consueto superbo show, con esplosioni, fuoco e quant’altro. Oramai sono delle garanzie e dei pesi massimi inattaccabili. Dominatori.

Scaletta: Ich tu dir weh, Wollt ihr das Bett in Flammen sehen?, Keine Lust, Sehnsucht, Asche zu Asche, Feuer frei!, Mein Teil, Ohne dich, Wiener Blut, Du riechst so gut, Benzin, Links 2-3-4, Du hast, Rammstein/Bück dich, Ich will, Mein Herz brennt (piano version), Sonne, Pussy.

In chiusura due citazioni d’obbligo per l’angolo della sfiga: primi assoluti gli In This Moment. La tipa avrà anche le puppe grosse ma sai quante le hanno? E per lo meno non vogliono a ogni costo fare la metalsz. Che ridicoli.

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I 3 Doors Down ammetto siano tra i miei ascolti preferiti quanto mi tocca fare la notte e le autostrade lunghe. Ma raramente ho sentito (forse giusto dai Nightwish) una cover di Symphony Of Destruction cantata in modo più floscio. Certo, c’è pure da dire che il batterista è molto più figo di quello attuale dei Megadeth…non che ci voglia molto tuttavia…

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Report: Paolo Sisa

Photo Credits: Team Rock

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