Il concerto degli Eagles of Death Metal del 22 giugno 2015, nella cornice del BOtanique a Bologna, sembra così un paradosso che fa il giro e diventa normale. I giardini di via Filippo Re sono un posto talmente bello e poetico che ti viene da chiederti cosa ci facciano quattro scafati rocker sul palco illuminato, perché potrebbe sembrare una location più da concerto indie folk voce e chitarra con le lucciole che volano (se ci fossero ancora le lucciole in città). Ma gli EODM riescono a mantenere intatta la magia del luogo pur distribuendo “f*ck” muscolari e sudore come niente fosse nella prima delle due date italiane del loro tour.
Si comincia subito bene con le transenne che si aprono di fronte alla pressione delle prime file e per poco non fanno strage di fotografi: l’intensità è potente, i fan tantissimi. L’esagitato Jesse Hughes, frontman e anima della band assieme all’assente (proprio stasera, grrr) Josh Homme, è un intrattenitore puro e non si risparmia un secondo sul palco.
Tra una chitarra imbracciata, i complimenti alla folla bolognese (“siete il miglior c*zzo di pubblico che abbiamo mai avuto!”), ammiccamenti alle fanciulle “che sono bellissime” e un invito a fare gli auguri di compleanno al giovane roadie 22enne “che è single, signore!”, Jesse aizza la folla e riesce a tenere alta la concentrazione anche sui brani nuovi, anteprima del nuovo disco degli Eagles of Death Metal “Zipper Down”, in uscita a ottobre. “Chiedo scusa in anticipo ma non so un c*zzo delle canzoni nuove” urla Jesse nel microfono, mentre la folla ride alzando le corna al cielo.
L’energia sfoderata sul palco è davvero tanta anche se un po’ penalizzata dai volumi troppo bassi: siamo in pieno centro cittadino e la scure dello schiamazzo notturno sotto forma di concerto rock deve essersi fatta previamente sentire. Già da metà prato la voce non infastidisce le conversazioni, il che potrebbe sembrare strano ma evidentemente anche la musica dipende dal solito manipolo di amministratori troppo cauti.
Il concerto degli Eagles of Death Metal non si fa impensierire dalle beghe comunali e procede liscio come l’olio fino alla fine (per fortuna sono stati aggiustati al volo i larsen dovuti ad un settaggio dei suoni poco accurato), chiudendo in apoteosi con una torta di compleanno per il roadie e una sfilata di ragazze prese dal pubblico sul palco per l’ultimo pezzo, in modo da celebrare degnamente la fine dello show.
Tra il pubblico che scornificava al cielo è apparso, in falso incognito, il capitano della nazionale italiana di basket Gigi Datome. Volevo chiedergli se e quanto il concerto gli fosse piaciuto, visto che lo ha ballato dall’inizio alla fine; ma viene travolto dai fan che lo hanno riconosciuto, firma qualche autografo e se ne va. Peccato. Una birra con lui a parlare del nuovo disco degli Eagles of Death Metal me la sarei bevuta volentieri.
Fotografie a cura di Mathias Marchioni