Era abbastanza impossibile perdersi un evento del genere: Eminem, icona rap degli ultimi anni a prescindere dalle singole opinioni, in concerto in Europa per tre sole date.
Vero che Frauenfeld, vicino alla zona del Sonisphere per capirci, evocava ricordi fangosi e freddi, tuttavia non è bastato questo a scoraggiarci. Sia il tempo, sia Eminem non hanno per niente deluso. Un set quello di Marshall Mathers che ha fatto letteralmente impazzire i cinquantamila presenti nella stupenda area festival dell’Open Air. Certo una setlist da best of, con diversi brani che da molto tempo non si sentivano live (quando sono partite “The Real Slim Shady”, “The Way I Am” o qualunque brano da The Eminem Show è stato il pandemonio) e scelte sicure prese anche dal recentissimo “Recovery” (“Won’t Back Down”, “W.T.P.”, “So Bad”, “Cinderella Man”, “No Love” e “Not Afraid”) con le già molto apprezzate “3 am” e “Forever” hanno reso ancora più classico il set con poche sorprese, tuttavia il livello dell’esibizione è stato veramente alto dall’inizio alla fine dell’oretta e mezza messa in piedi da Eminem.
Non moltissimi ma comunque ben recepiti dalla folla i messaggi di ringraziamento di un MC rinato e molto concentrato sui propri pezzi, che ha dichiarato di essere tornato per rimanere (chissà però se tornerà in Europa prima o poi, ndr) e che ha ovviamente coinvolto i D12 su “My Band” per scatenare ancora di più la festa degli spettatori.
Eravamo saliti apposta solo per lui, nonostante il cartellone del Frauenfeld Open Air fosse davvero incredibile e denso di nomi di qualità. Non abbiamo sbagliato, un gran concerto anche se probabilmente a livello scenografico (a parte lo schermo che richiamava la E classica dell’Mc e qualche gioco di luce apprezzabile ma niente di più) avremmo potuto aspettarci di meglio. Tanta sostanza insomma, e quello che conta è proprio questo. Uno degli eventi dell’anno senza troppe discussioni.
Paolo Sisa