No cioè, bella la MySpace Generation: escludendo alcuni sporadici casi (pochi metallari accorsi praticamente solo per gli Every Time I Die e gente vestita normalmente), questa serata sembrava più una sfilata di moda che altro. Il locale, non particolarmente gremito, si è riempito principalmente di fauna emo, ninfomani minorenni (tra cui un trittico di ragazzine da Vienna una più figa dell’altra, ma che di sicuro non superava la soglia dell’età media di 15 anni) e i classici comodini con le gambe, parte integrante dell’arredamento di ogni concerto di questo tipo, e punto di unione con il vero mondo nel quale meriterebbe di stare questa gente: quello di Tokio Hotel e compagnia cantante.
Discorso unico per le tre band spalla: alla fine, escono vincitori (e a mano bassissima) i trevigiani Airway, che risulteranno anche la band più melodica della serata. I quattro, a conti fatti una versione più melodica e meno metal degli Atreyu di “The Curse”, dimostrano nel breve tempo dato loro a disposizione di saperci fare e di meritare tutto il successo ottenuto finora a livello underground (recente tour europeo e apertura del Taste of Chaos lo scorso novembre): grazie anche a dei suoni eccellenti e al fatto di giocare in casa, la band guidata da Valerio si comporta benissimo, raccogliendo consensi da gente accorsa (solo) per loro. Convincente anche la prova del nuovo arrivato Alessandro Cecino, entrato da tre settimane nella band ma già a suo agio. Sulle altre due band, spendiamo solo due parole; infatti, gli Scary Kids Scaring Kids e i Drop Dead Gorgeous saranno anche bravissimi a suonare, ma sono costruiti a tavolino, e risultano finti come una banconota da un euro: la classica band mediocre che cavalca il trend del momento (lo screamo) per fare cash, proponendo dei live noiosi già dopo il secondo pezzo. Bocciati (anche se a dirla tutta escono un po’ meno peggio i Drop Dead Gorgeous).
A mezzanotte salgono sul palco gli headliner: anche loro non scherzano, con quel look finto trasandato pronto a far breccia tra le ragazzine in cerca di uomini selvaggi, ma in questo caso la band è solidissima (parliamo di un combo in giro da dieci anni) e con della musica ben costruita e suonata bene. Anche se l’ultimo disco, “The big dirty” ha fatto e farà discutere, i cinque capitanati da Keith Buckley (persona squisita con la quale abbiamo fatto due chiacchiere.. intervista su queste pagine nei prossimi giorni, ndr) hanno dimostrato carattere, solidità, disponibilità con i fan, attitudine rock and roll e un tiro pazzesco; anche se questa è stata la loro ultima data di un lungo tour europeo, non si sono per niente risparmiati.
Inoltre gli ETID sono un gruppo che, praticamente, non c’entrava nulla con il resto della serata, essendo un combo metalcore con pesantissime influenze southern: a dimostrare questo, il fatto che, nel pit, non c’erano più le ragazzine (alcune erano già verso casa, durante lo show degli Every Time I Die), ma solamente gente con tanta voglia di far casino, tra cui gli immancabili ragazzoni americani provenienti dalle basi di Aviano, presenza fissa a questi appuntamenti nel basso Veneto e nel Friulano. Nell’ora a disposizione, gli statunitensi di Buffalo hanno pescato brani da tutti gli album, non dimenticando quello che è, finora, il loro capolavoro, quel “Gutter Phenomenon” acclamato da tutti nella scena come punto di riferimento.
Una data passata relativamente in sordina, che se fosse stata fatta il giorno dopo, 24 aprile, avrebbe portato al New Age Club molte persone in più: resta il fatto che i presenti si sono gustati uno show, quello degli headliner, ottimo, uno buono, quello degli Airway, e due noiosi. Un evento warm-up prima della volata finale di maggio e di un’estate che si preannuncia caldissima.
N.L.