Extrema – Zion Rock Club, Conegliano (TV) 1 marzo 2008


Penultima data del lunghissimo tour (la band sta girando l’Italia dal lontano novembre 2005) di supporto al riuscito “Set the world on fire” per gli Extrema, e penultima data in preparazione al tour europeo che la band farà, dall’aprile prossimo, insieme ai thrashers Death Angel. Un’occasione ghiotta per i fan della band e per chi li conosceva poco; un’occasione buona per vedersi una band che da vent’anni porta avanti (e qui la citazione ci sta tutta) “fiera e potente” la causa del metallo tricolore.

Due righe sulle band di supporto, i Granoturko (gruppo veneziano noto ai più per la presenza del cantante-chitarrista degli Orion, band tributo ai Metallica, come bassista, questa sera assente) e i Punishment Corner. I primi sono autori di un nu-metal vecchia scuola, quindi molto rappato: accostarli ai Deftones dei primi dischi non è del tutto azzardato. Roba vecchia di dieci anni, ma comunque dalla resa molto buona. I secondi, invece, sono una band già nota nel giro dei locali trevigiani e pordenonesi: infatti, sono on the road da più di quattro anni e si sono fatti le ossa proponendo cover, tra i tanti, di Rage Against the Machine e Limp Bizkit. In questa serata, però, la band ha suonato esclusivamente materiale proprio, accolto con grandi ovazioni dai membri del loro fan club, accorsi numerosi allo Zion Rock Club per supportarli in quest’occasione, per loro, speciale. La musica proposta ricorda moltissimo quel rock-metal (una specie di Stone Sour senza le urla, per ridurre il tutto in pochissime parole) tuttora in voga negli States e che, ultimamente, sta spopolando anche qui nel Vecchio Continente. Una proposta falsa quanto una banconota da un euro, ma resta da dire che comunque questi Punishment Corner, forti anche di un’esperienza decennale di alcuni elementi, sanno tenere bene il palco e non sfigurano per niente.

Dopo le due band di supporto, salgono sul palco gli Extrema, capitanati dal trio Massara-Perotti-Bigi, al quale si è aggiunto qualche anno fa Paolo Crimi in sostituzione di Chris Dalla Pellegrina, sbarcato nell’universo Negrita. La differenza con i due precedenti act si sente, ed è un abisso: sugli Extrema molte persone, forse per una italofobia nei confronti dei gruppi “nostrani”, hanno sparlato a dovere, ma è innegabile che i quattro dal vivo siano una band che merita di essere vista e supportata. Particolarità, rispetto ad altre band italiane note, è il clima di amicizia e di “concerto da pub” che si crea tra loro e il pubblico, fatto che molti vedono negativamente, ma che può essere interpretato come una genuinità che, pur essendo da vent’anni in giro, la band non si è ancora scrollata di dosso. La scaletta rispecchia quella del recente live uscito su dvd e cd, e le variazioni sono grosso modo limitate all’ordine dei pezzi in setlist, e delude la mancata presenza di qualche pezzo storico (tra i quali “Life”, che non si capisce perchè si ostinino ancora a non proporre…). La band decide di iniziare con “New world disorder” e “Second coming”, tratte dall’ultimo “Set the world on fire”, album dal quale verranno pescate molte canzoni. I momenti di panico generale sono comunque quelli nei quali sono stati proposti brani tratti da “Tension at the seams” e “Positive pressure”, dischi tanto validi quanto poco acclamati: di fronte a brani come “Child o boogaow”, “This toy” o “Lawyers Inc” (tra l’altro, la band ha “cannato” l’inizio di questo brano!), è impossibile restare fermi e non scapocciare o creare il (e qui la citazione ci sta tutta) “fottuto massacro collettivo”, che ormai è il marchio di fabbrica dei concerti targati Extrema. Anche se per il fan medio tutti gli onori sono per “il GL”, non sono da meno gli altri quattro elementi, partendo da un Tommy Massara particolarmente in serata, passando ad un Mattia Bigi mostruoso e arrivando al nuovo Paolo Crimi, che si sta rivelando l’uomo in più per la band. Dopo circa 80 minuti di concerto, la serata si chiude con la cover dei Motorhead “Ace of spades”, che ha causato il pogo finale della serata, alla quale è accorsa tutto sommato un numero discreto di persone. Giudizio positivo sulla band meneghina, in attesa del tour con i Death Angel che potrebbe farli conoscere di più a livello internazionale.

N.L.

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