Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè. Tre cantautori in tour insieme, tre amici ritrovati a poco più di vent’anni dai loro inizi paralleli. Il concerto del Pala Alpitour di Torino del 5 dicembre 2014 è una delle ultime tappe della tournée, ma l’entusiasmo che si respira sul palco è ancora quello della novità e lo si percepisce dagli sguardi tra i tre, dalla voglia di raccontare piccoli aneddoti e dal reciproco coinvolgimento nei brani dei repertori altrui.
Di fatto ciò che rende questo tour imperdibile è proprio il riuscire a godere del meglio di tre carriere autentiche come quelle dei tre romani e notare come ogni singolo pezzo in scaletta riesca ad essere valorizzato dall’apporto dei colleghi.
La prima parte del live vede il trio uscire da una sorta di scatola bianca, un box che rappresenta lo spazio angusto del palco di un locale in cui gli artisti hanno mosso i primi passi. Si comincia con “Alzo le mani”, dall’album collettivo “Il Padrone Della Festa”, e lo show viene presentato come un viaggio. Come quello che hanno intrapreso insieme nel Sudan e che ha rafforzato il legame umano e creativo che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Viaggio. È proprio questa la parola chiave della serata, la chiave di lettura del live e dell’intero progetto stesso. Così balzando da “Occhi da orientale” di Silvestri a “Una Buona Idea” di Fabi, fino a “Il Timido Ubriaco” di Gazzè, il trio conquista lentamente tutto lo spazio a disposizione, allargando la finestra sulla loro musica e raggiungendo finalmente la prospettiva da palazzetto dello sport, quello che nel 2014, insieme, riempiono senza problemi.
La superband messa insieme conta ben nove elementi, non solo i tre noti. Con loro anche Roberto Angelini (sì, quello di “Gatto Matto”, ma la speranza è che ai presenti dopo questa sera sia rimasta impressa la sua tecnica slide) e Adriano Viterbini qui in una dimensione molto più mansueta rispetto a quella dei suoi Bud Spencer Blues Explosion. Poi ancora Josè Ramon Caraballo Armas ad animare le percussioni e smuovere il pubblico con una passionale cover di “Corazon Espinado” di Santana. Non da meno Gianluca Misti alle tastiere e Piero Monterisi alla batteria, ma soprattutto Massimo de Domenico (Dedo) che tra chitarra e strumenti a fiato completa una formazione ricchissima. Con grande armonia vengono riproposti i brani migliori nati dalle creatività dei singoli elementi del trio, come “È non è”, “Il mio nemico”, “Mentre dormi”. Fabi è il più energico, sempre in movimento, deciso sulle corde della sua chitarra e sempre pronto ad agitare la sua chioma. Gazzè non rallenta mai sul suo basso elettrico e si diverte come un matto, mentre Silvestri è il più composto dei tre ma anche il più avvezzo ai siparietti e sempre indaffarato tra chitarra e pianoforte. I pezzi scritti a sei mani funzionano bene, soprattutto il recente singolo “Come Mi Pare” e l’allegra “Life Is Sweet”, ma non è un caso se sulle note di “Capelli” di Fabi, o “Salirò” di Silvestri, o ancora “Una Musica Può Fare” di Gazzè, vieni fuori il miglior coinvolgimento della platea.
Arraggiamenti eccezionali ed eclettici, uniti alle divertenti dinamiche da placo che hanno reso le due ore e mezza di show una festa. E Fabi, Silvestri e Gazzè, per parafrasare il loro ultimo lavoro, sono stati i padroni di questa festa.
Fotografie a cura di Alessandro Bosio.