Fast Animals And Slow Kids, il report del concerto a Milano del 18 marzo 2017.
L’anno scorso quella dell’Alcatraz fu la data di chiusura di un tour incredibile, quasi ininterrotto, tra quello di “Hybris” e quello di “Alaska”, culminato con una festa che sembrava un premio alla gavetta e al sudore versato per tutta Italia su ogni palco. Quasi un premio, un grazie che tutti i fan dei FASK volevano tributare alla band che li ha riempiti di lividi ai loro concerti.
Passa un anno ed è di nuovo l’Alcatraz ad ospitare i Fast Animals ma questa volta siamo all’inizio del tour e questa volta il concerto ha la forma della consacrazione. La dimensione del palco e della platea è quella corretta per ospitare quel fiume in piena che è Aimone Romizi e la sua band.
Ci sarebbe la cronaca, il live aperto da due ottime band “emergenti” come i Labradors e i Gomma. Le due ore piene di concerto e le ospitate prestigiose dei Ministri (cover di “Territorial Pissings”) e degli Zen Circus (che cantano la loro “Andate tutti affanculo”). Una scaletta in cui il grosso spazio concesso giustamente al nuovo disco non esclude i classici dei due dischi precedenti (esclusi solo i brani di “Cavalli”).
Ci sarebbe da annotare le innumerevoli volte in cui Aimone finisce in mezzo al pubblico, lanciandosi praticamente ad ogni occasione lecita o meno.
Ci sarebbe da scrivere tante cose, ma fondamentalmente non conta un cazzo.
Quello che conta è che i FASK sono tornati, che sono una delle migliori band live italiane, che sono ragazzi autentici che si commuovono davanti a 3000 persone perché sanno di esserselo allo stesso tempo meritato e strasudato quel posto. Contano i ragazzi sotto il palco, sudati, felici e bellissimi da vedere, come un mare in piena incazzato che però non fa male anzi fa bene all’animo, fa bene alla musica.
Quindi l’unica cosa che importa veramente è che i FASK sono tornati e stanno parecchio bene.