Il ritorno dei Foo Fighters nel Regno Unito precede di poco più di un mese l’uscita di uno dei dischi più attesi dell’anno e rappresenta la prima uscita ufficiale in pubblico dopo una serie infinita di show “segreti” in giro per i club del mondo.
Difficile descrivere la band di Dave Grohl se non come il migliore live act che si possa vedere in giro in questo momento: al classico tiro incredibile si aggiunge una maturità ed una totale consapevolezza dei propri mezzi che fino a qualche anno fa era ancora in nuce: l’ex Nirvana ha imparato a dosare la voce nel modo giusto, cosa che gli permette di urlare come un pazzo senza crolli, i nuovi pezzi suonano già come dei classici (in particolare la splendida “White Limo”) e il ritorno di Pat Smear dà quel tocco di reunion che non guasta mai e che ci riporta un po’ indietro nel tempo. Insomma, il ritorno dei Foos sulle scene non poteva essere più folgorante. La Wembley Arena è una bolgia infernale già durante le esibizioni dei gruppi di supporto, ma il boato con cui Taylor Hawkins viene salutato al suo ingresso sa tanto di liberazione dopo troppi anni di astinenza. Il gruppo ne è ben consapevole e fa di tutto per dimostrare di essere stato di grazia, come riportato dai commenti dei fortunati presenti agli show nei club. Chi si aspetta un inizio affidato ad un classicone rimane stupito dalla nuova “Bridge Burning”, cui però fa seguito “All My Life” sulla quale si scatena per la prima volta l’inferno nel parterre. Da qui in poi, senza soluzione di continuità, i presenti saranno fulminati da una serie di hit che hanno ormai tutte le caratteristiche dei classici del rock e da nuovi pezzi che dimostrano quanto “Echoes, Silence, Patience And Grace” sia lontano da qui…La già citata “White Limo” avrebbe fatto innamorare di loro Cobain, “Rope” e “These Days” suonano già classiche e il filotto finale prima degli encore è da brividi: “Breakout”, “Monkey Wrench”, “Hey, Johnny Park” e “Everlong” senza mai staccare le dita dalla tastiera della chitarra. Alcuni se ne vanno, convinti di aver visto tutto, ma “Young man Blues” degli Who e “Skin And Bones” (insieme a “Stacked Actors” la vera chicca della serata) fanno risalire il pubblico sugli spalti giusto in tempo per cantare la seminale “This Is A Call” ed il singolone “Best Of You”, che mette la parola fine ad una serata indimenticabile. Da rivedere ovunque possibile.
Luca Garrò