Eccoci qui stasera ad ascolare, nell’ambito del “romaJazz’S COOL” – Festival Internazionale di Jazz contemporaneo-, un trio composto da musicisti di altissima qualità: Larry Grenadier al contrabbasso, Enrico Pieranunzi al pianoforte e Dedè Ceccarelli alla batteria.
Si tratta di una formazione estemporanea costituita in concomitanza di una serie di seminari organizzati dal Saint Louis College of Music in collaborazione con la Casa del Jazz.
Che dire? La qualità dei musicisti si fa subito strada attraverso una serie di standard (da “Everything I Love”, alla monkiana e fortemente ripensata “Pannonica”, poi un tema improvvisato seguito da “I Hear the Rapsody”, “My funny Valentine”, “Borderline”).
Pur trattandosi, come detto, di una formazione non strutturata, la preparazione e l’eleganza dei tre protagonisti riesce a creare momenti musicali di estrema fluidità. Tutti e tre si sforzano di mantenere una situazione sonora la più aperta e ricettiva possibile e ciascuno sa giocare bene i propri spazi a tutto beneficio di una musica estremamente fruibile.
Grenadier ha un suono molto lirico, predilige frasi con ampi intervalli che lo portano a lavorare sulll’intera tastiera del suo strumento. Pieranunzi è il solito musicista di classe che riesce sempre a proporci armonie sofisticate e assoli in certi casi anche ironici e divertenti. Ceccarelli sa inserirsi benissimo in questo dialogo impostando, di volta in volta, le figure ritmiche e le dinamiche più adatte.
E’ chiaro che ciascuno di questi artisti in un progetto più strutturato farebbe rendere forse meglio la propria notevole esperienza. Ma il jazz è fatto anche di queste situazioni dove l’approccio è necessariamente più prudente.
A riprova di ciò il trio continua a crescere nel corso della serata e, obbedendo alle richieste di bis da parte del pubblico, rientra sul palco per un ultimo brano, un blues, che decisamente conquista tutti i presenti.
A seguire un interessante duo composto da Elisabetta Antonini, cantante dalla voce molto elegante e da Marcella Carboni all’arpa. Un duo decisamente originale, pieno di sonorità nuove con un repertorio che spazia da qualche standard di jazz a temi propri a qualche melodia brasiliana. Molto bello ed interessante.
Marco Lorenzo Faustini