Cappelli di paglia, salopette e camicie di flanella hanno trasformato per una sera lo Spazio 211 di Torino in un angolo di Tennessee. Non è certo usuale ascoltare musica bluegrass in Italia, ma gli Hayseed Dixie devono la propria fama proprio agli appassionati di rock grazie alle cover degli Ac/Dc, ma non solo, che li hanno resi un piccolo fenomeno di costume.
Palco minimale, quattro microfoni e un frigo pieno di birra, non c’è veramente bisogno di altro per fare festa e i quattro statunitensi non si risparmiano. Due ore dense in cui si assiste quasi ad una rilettura della storia del rock in chiave bluegrass. C’è così spazio per i Black Sabbath di “War Pigs”, per gli Zeppelin di “Black dog” o gli Stones di “Paint it black”, gli immancabili Ac/Dc (e la campana di “Hell’s bells” fatta con una bottiglia di birra vuota è puro genio), poi i Queen di “Bohemien Rhapsody” e “Fat bottomed girl”, passando ancora per i Judas Priest di “Breaking the law” e la meravigliosa “Ace of spades” dei Motorhead, fino ad arrivare ai tempi più recenti di “Holiday” dei Green Day.
Un concerto veramente rock, anzi, rockgrass, suonato a ritmi serratissimi, pochi gli spazi morti sempre abilmente colmati dalla simpatia di John Wheeler e dai suoi compagni di sbronze. Dietro però a questi quattro pazzi si nascondono dei musicisti di altissimo livello che si sono esibiti in indiavolati soli di violino, mandolino, banjo, e la conclusiva “Dueling banjos” è stata l’ennesima conferma. Imperdibili!
Livio Novara