Home Festival 2016, foto e report del primo giorno con Editors, Ministri e molti altri

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Home Festival 2016 è cominciato. Dopo il warm-up, il 1 settembre ha visto headliner gli Editors. Oltre a loro, sui palchi della kermesse di Treviso si sono esibiti anche Ministri, I Cani e molti altri artisti.

La formula a ingresso gratuito che ha donato al festival anche la serata del 31 agosto, allungandolo di fatto a cinque giornate, ha richiamato nell’area ex-dogana migliaia di persone pronte ad accendere le polveri di questa entusiasmante edizione dell’Home: sui palchi a ingraziarsi il pubblico una selezione esplosiva di gruppi e artisti veneti che hanno accolto con esibizioni dal marcato accento dialettale le folle radunatesi per l’occasione. E questa era un’occasione ghiotta per godersi i live dei Derozer e dei riuniti Catarrhal Noise, che hanno monopolizzato il main stage.

I due gruppi hanno portato sonorità punk rock e heavy che hanno scaldato forte gli animi e, trattandosi di act non proprio di primo pelo, hanno pure suscitato qualche lacrima fra chi non li vedeva da tempo o li aveva relegati ai ricordi di gioventù assieme ai loro brani. Ma si sa che la musica è un’entità senza tempo ed età, ed è difficile fare tabula rasa di testi e canzoni che ti hanno segnato la vita o una sua fase: ecco allora che dopo qualche vuoto di memoria in molti si sono trovati a cantare o a gridare parole che credevano di aver dimenticato, rime che pensavano perdute…

La giornata era iniziata con le esibizioni degli Airway e di Furio, per poi proseguire con Herman Medrano & the Groovy Monkeys: proprio l’artista ex Pitura Freska e il rapper veneto hanno avuto l’occasione per proporre i brani dai progetti più recenti del lotto, rispettivamente gli album Furiology e Gnente.

La prima giornata vera del festival la puoi riassumere con due sole parole: sudore e scarpe comode. Anche se ero preparato a spostarmi più volte fra i vari palchi e aree che scompongono la location del festival in un perfetto mosaico di colori e situazioni, non avrei mai pensato di ringraziare tanto la frescura arrivata in prima serata e il fatto di avere ai piedi delle suole comode che mi han permesso di godermi quanto proposto dalla rassegna dell’Home.

Fra le tante proposte, per primi ascolto i Modigliani, giovane band vicentina già alla seconda esperienza di Home Festival, che conquista i primi avventori con un suono molto brit e canzoni spensierate e solari. Spero ne sentiremo parlare presto e bene. Dopo aver preso un po’ le misure all’arena del festival, se così vogliamo chiamarla, ed essermi orientato fra padiglioni e stand che la serata del warm up erano ancora chiusi, mi sposto al palco principale per godermi la carica dei Ministri: la band di Dragogna e soci ha un tiro pazzesco e accende con un set breve ma intenso gli astanti tanto da farmi ripensare più volte in seguito ai perché non siano stati messi in scaletta in un momento successivo giacché avrebbero meglio figurato magari proprio prima del main event della serata. Mah e boh! Diritto al tetto resta un must, anche se pure Cronometrare la polvere dal vivo spacca tutto.

Doppio slalom ed eccomi ad ascoltare prima un po’ di Jaselli – la loro “The End” mi aveva incuriosito molto sulla proposta del cantautore milanese e devo dire che la curiosità è stata ben ripagata – e poi assistere al set di Y.Kotzuga, alias di Giacomo Mazzuccato, giovane ventenne che fa della musica elettronica il suo pane quotidiano (anche se milita pure in un gruppo rock), un set un po’ cupo al dire il vero, in cui le immagini proiettate sulla parete dietro la consolle hanno un qualcosa di sinistro che dopo un po’…

Ma non ho il tempo di metabolizzare che vedo da lontano accendersi il palco dove si esibiscono I Cani: il progetto romano offre un condensato della sua produzione fra cui spiccano brani come “Le coppie” e la nuova “Non finirà” tratta dalla loro release più recente “Aurora”. Se devo dirla tutta la loro esibizione mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca ed un senso di déjà-vu ingigantito dalla presenza di un fan con la maglietta dei Cure di fronte a me proprio sulle note di chiusura della loro performance che mi ha disturbato assai.

Segue breve incursione sottopalco dai Selton, saluto Dragogna venuto anche lui ad ascoltare la formazione che canta in inglese, portoghese e italiano, e poi corro a farmi inghiottire dall’attesa per il gruppo che tutti aspettano di ascoltare: gli Editors. L’attesa viene ripagata da un live eccelso: Tom Smith trasmette scosse e vibrazioni a tutti anche solo intrecciando le dita sul microfono, figuriamoci quando sfrutta come ieri sera quel gran dono di voce che la natura gli ha dato! Non li vedevo da anni, da un lontano HjF a Venezia, e la prima cosa che mi spiazza è appunto la consapevolezza e la presenza scenica del frontman che è diventata negli anni qualcosa di tangibile agli occhi di tutti: Tom il palco non lo calca, lo presidia in ogni suo angolo esibendosi in una sorta di sinuosa coreografia fatta di gesti ed espressioni che arricchiscono di enfasi e sentimento ogni sua canzone.

Attorno è il delirio e la pace dei sensi per tutti. Impossibile non essere inghiottiti dalle note degli Editors di ieri sera, anche quando eseguono i brani del loro ultimo album In Dream, quelli che su cd alla lunga ti mettono un po’ di sonno, ma che dal vivo ieri sera han fatto sognare ad occhi aperti. Ma chissene: se il fulcro dell’esibizione sono “A Ton Of Love” e “Papillon”, se il parterre ti inghiotte in un unico jumping collettivo e se la pace dei sensi l’hai toccata già sulle note di “Smokers Outside the Hospital Doors”, beh allora che lo scrivo a fare che dopo un set tirato e denso durato poco più di 70 min ho lasciato la polvere dell’Home alle mie spalle, sperando di avere in macchina gli mp3 della band inglese per farmi arrivare a casa con la sensazione inalterata di aver goduto come un riccio in questa prima giornata di Home Festival!

Testo di Cristian Jonoch. Foto di Nicola Lucchetta.

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