Iggy And The Stooges si sono esibiti in concerto venerdì 27 luglio 2012 al Castello Scaligero di Villafranca di Verona, in quella che è stata la loro unica data italiana dell’anno. Dopo i brevi show delle tre band italiane poste in apertura, ovvero Movie Star Junkies (interessanti ma ancora un po’ acerbi), Cut (i migliori del lotto) e Orange (buoni ma un po’ dispersivi), è già buio assoluto quando, alle dieci e un quarto, Iggy Pop e questi suoi “nuovi” Stooges fanno l’ingresso in scena, con la presenza ormai fissa di Mike Watt, ex Minutemen, al basso: insomma, due leggende del rock al prezzo di una, se vi par poco…
Descrivere un concerto di Iggy And The Stooges è difficile, poiché è facilissimo scadere nella retorica. D’altra parte è anche giusto che sia così: l’Iguana non perdona, a 65 anni suonati è probabilmente la rockstar più in forma della sua generazione, e si può star sicuri che ogni suo concerto non lascerà mai delusi. Così è accaduto anche nella incredibile cornice del Castello Scaligero, fra le migliori location italiane per organizzare concerti di media grandezza. Non si è trattato di un tutto esaurito, ma le circa 2000 persone presenti (scarse) sono state molto fortunate di aver potuto vivere una serata simile. E ancor più fortunati i ragazzi che sono riusciti a salire sul palco durante “Shake Appeal“, il coronamento di un sogno per molti. Per il resto partenza a razzo con “Raw Power“, e temperatura che è rimasta bollente per tutta la durata dello show: band in palla e Iggy una riserva di energia termonucleare come di consueto, anche se forse un po’ meno scalmanato rispetto a un paio di anni fa in Inghilterra e vocalmente leggerissimamente sotto tono rispetto al Rock in Idrho dell’anno scorso. Si tratta comunque di bazzecole, solo da accennare ma quasi vergognandosene; la realtà è che solo di fronte ad Iggy puoi davvero renderti conto cosa sia stato in grado di produrre il malessere di un’intera generazione dopo che gli ideali della controcultura sono naufragati nel caos assoluto dopo la fine dei Sessanta. Questo malessere il Nostro l’ha tramutato in una furia di vivere quasi sovrumana, ma guardando il suo modo di muoversi sul palco, il suo sguardo, il suo urlo, si percepisce sempre quel disturbo che non ti lascia e non ti lascerà mai tranquillo, sia che si sgoli sul rock teppistico di “Your Pretty Face Is Going to Hell” e “Search and Destroy” sia che si lasci andare nei deliri psycho garage di “1970” e “Fun House” e nella psicosi sessuale di “I Wanna Be Your Dog“. Anche e soprattutto per questo non ce ne sarà mai un altro come lui.
Per concludere, due parole anche sull’ottima scaletta. Vero che “Fun House” continua a esser sottorappresentato, vero che delle uniche due canzoni escluse da “Raw Power” una è stata “Death Trip” (sarebbe stata la mazzata definitiva), ma è altrettanto innegabile che siano state tirate fuori parecchie chicche, fra tutte i pezzi estratti da “Kill City“, sottovalutato album uscito nel 1977 a nome Iggy Pop & James Williamson, fra cui la “ballata di sofferenza e dolore” (presentata così dall’Iguana stesso) “I Got Nothin’“, una prima assoluta. Alla fine i pezzi, encore compresa, saranno 17. Tanta roba davvero.
Setlist: Raw Power – Search and Destroy – Gimme Danger – Shake Appeal – I Got Nothin’ (Iggy Pop and James Williamson cover) – 1970 – Fun House – Beyond the Law (Iggy Pop and James Williamson cover) – I Got a Right – I Wanna Be Your Dog – Kill City (Iggy Pop & James Williamson cover) – Open Up and Bleed – Encore: Penetration – No Fun – Louie Louie (Richard Berry cover) – Cock in My Pocket – Your Pretty Face Is Going to Hell
Stefano Masnaghetti. Cover photo Giuseppe Craca.
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