Il Teatro Degli Orrori approda all’Hiroshima Mon Amour di Torino il 23 ottobre per la seconda data di un tour dai ritmi serratissimi. Dopo il live di Padova è il palco torinese ad ospitare la nuova formazione allargata del gruppo veneto: Marcello Batelli alla chitarra e Kole Laca alle tastiere si uniscono a Il Teatro degli Orrori per la registrazione del nuovo omonimo album e restano, accompagnandoli sul palco.
Calcano la scena vestiti di nero – come i fan sono abituati a conoscerli – generando un boato tra il pubblico che affolla la sala: “Disinteressati e Indifferenti” è il pezzo del neonato album che apre il concerto ruggendo, aprendo la strada con ritmi spezzati, parlato recitato e cantato, suono graffiante che solo durante i live del Teatro si può apprezzare.
Tanti sono i pezzi del nuovo disco in scaletta: “Lavorare Stanca”, “Bellissima”, “Benzodiazepina” eseguiti quasi senza soste in un turbine di brutalità sonora. Il Teatro degli Orrori mette in scena uno spettacolo di contrasti: non si tratta soltanto del parlato recitato, marchio di fabbrica di Pierpaolo Capovilla, contrapposto al cantato melodico; sul palco il dinamismo di Capovilla e Gionata Mirai si scontra con la staticità monumentale di Giulio Ragno Favero, i testi rabbiosi di denuncia di un’Italia allo sfascio vengono spezzati da brani come “Una Giornata Al Sole”, idillio domenicale.
I ritmi incalzati e vorticosi cedono alla dolcezza di “Una Donna”, accompagnando quasi delicatamente un brano dal contenuto tutt’altro che soft, ispirato dalla fotografia di una ragazzina curda con un kalashnikov in spalla. A dirigere questo spettacolo di contrapposizioni, Pierpaolo Capovilla. La sua è la presenza di un attore teatrale, carismatico come il suo pubblico lo vuole: incita gli applausi per le donne curde, abbaia, aggredisce, venerato dalla folla.
Dopo l’excursus dedicato al presente, la scaletta del live volge al passato con un flashback che regala agli aficionados cavalli di battaglia come “Vita Mia”, “Compagna Teresa” e “Majakovskij”, incendiando la sala dell’Hiroshima Mon Amour.
A chiudere il live è “La Canzone di Tom”, che fa calare il sipario sull’ultimo atto dello spettacolo dei contrasti che il Teatro degli Orrori ha portato sul palco, con una parentesi umana e intima tra la rabbia violenta e viscerale della band.
Se il neonato album senza nome/omonimo vuole sancire una ritorno alle origini, allora questo tour rappresenta un nuovo debutto della band come già affermato da Capovilla: il Teatro degli Orrori è tornato ed è rinato.