Cominciamo col dire che chi voleva un ‘best of set’ dai Maiden aveva palesemente sbagliato indirizzo. Si sapeva che gli Iron Maiden avrebbero riproposto per intero il disco “A Matter Of Life And Death”, che ha venduto tantissimo e che è stato al numero uno della hit parade anche in Italia.
Personalmente avrei preferito 6/7 brani di questo disco, vicino ad altri 2 o 3 classici in più, il platter in questione mi è piaciuto ma è molto prolisso e in alcuni momenti poco adatto alla sede live. Onore comunque ai Maiden, che dimostrano così facendo di credere nel proprio mestiere (e chi c’era ha visto con quanta convinzione i sei ‘ragazzotti’ hanno suonato i 10 pezzi dell’album), andando a incentrare un tour sull’ultimo nato, cosa piuttosto inusuale per le band storiche del genere. Poco da dire sullo show: il classico concerto degli Iron, energico, coreografico (spettacolare il cannone con Eddie alla guida uscito sugli ultimi pezzi da dietro lo stage) e suonato come sempre egregiamente da tutti e sei i componenti della band. Pubblico in delirio totale, Forum strapieno e incitamenti continui, tanto da lasciare stupito anche Bruce Dickinson, che ha guardato, visibilmente colpito dall’affetto dimostrato dai fans italiani, il delirio che si è scatenato alla prima pausa del concerto, ovvero prima della lenta e noiosa (almeno per chi scrive) “Out Of the Shadows”: oltre due minuti netti di cori da stadio! Nel finale il revival l’ha fatta da padrone, con una versione mostruosa di “Fear Of The Dark” e il ripescaggio di “Two Minutes To Midnight”. La vera notizia della serata è stata la conferma, da parte di Bruce Bruce, del tour del 2008, che vedrà gli Iron Maiden riportare in scena la Powerslave era (e anche la Somewhere in Time era e la 7th Son era, roba da pippotti a nastro, ndr), successivamente alla pubblicazione del nuovo capitolo della collana “The History Of Iron Maiden”, biografia in dvd a tappe del gruppo.
Spendo qualche parola anche per i Trivium, giovane gruppo emergente, che ha stupito molti convenuti al Datch, con un set breve ma intensissimo, quadrato e incisivo. Poco da aggiungere, i quattro ragazzi potranno anche essere costruiti ad arte oppure sinceri come il glen grant, il fatto è che hanno fatto un gran concerto, in barba a chi s’aspettava mezz’ora di coretti emo o di “indegno fols metal”. D’altra parte i cori pro Maiden, che temevo partissero ben prima della fine del loro set con annesso lancio di oggettistica assortita, sono stati appannaggio di una minoranza esigua che, come già detto, ha ronzato giusto prima degli ultimi brani dei Trivium.
Su Lauren Harris invece stenderei un velo pietoso, non me ne voglia il paparino ma se la figlia cucisse a maglia anziché provare a fare rock sarebbe meglio per tutti. Poi se vale “basta che sia una bella patonza” allora torno a parlare della minoranza di sfigati di cui sopra…
Setlist Iron Maiden: A Matter Of Life And Death (entire album) – Fear Of The Dark – Iron Maiden – 2 Minutes To Midnight – The Evil That Men Do – Hallowed Be Thy Name.