“Vallo a raccontare a chi non c’era che stasera la gente è venuta, tanto continuerebbero comunque a snobbare queste serate salvo poi rompere la minchia perché in Italia non c’è una vera scena oppure che passano sempre e solo la solita roba in televisione“.
“Mi piace, cazzo se mi piace, hai visto quella? C’ha due tettone così! E’ un cesso però a me piacciono le tette grosse, adesso vedo, se riesco la tocco lì e basta. Oh non dovete rompermi a me piacciono le tette grosse“.
“C’è un fracco di gente, sarà perché han messo l’entrata gratis alle 18, comunque è una bella serata, c’è musica buona suonata da gruppi italiani di qualità“.
“Il mercato metal in Italia sta finendo, conosco un sacco di gente, ma anche i miei amici guarda…loro hanno il mio disco, solo che sopra c’è scritto Tdk…insomma secondo me il metallaro masterizza e basta, oramai o sei un nome grosso oppure con i cd non fai su più niente“.
“Ma la gente si rende conto di come va in giro vestita? Cioè cazzo poi ci lamentiamo degli stereotipi, ma tu guarda come devono andare in giro alcune tipe che vengono a vedere sti concerti…Oh per carità a me non frega nulla, però poi non lamentarti se dicono che le metallare sono buzzone o che si vestono da zoccole darkettone, curati un po’…“
“Il fatto che ci siano i gruppi in mezzo ai ragazzi, gruppi che comunque girano il mondo chi più chi meno, che ci sia grande affetto…insomma è una cosa bella e che in realtà è difficile da organizzare, molto più di quanto possa sembrare, dovrebbe essere un appuntamento fisso e magari essere proposto a più breve distanza temporale“.
“Oh io sarò scassacazzo e pessimista, ma se ci fosse stato il biglietto d’ingresso da subito ci sarebbe stata la metà della gente, la cosa che mi dà fastidio è che qua in Italia ci sono dei gruppi ottimi ma per i quali una parte di pubblico non pagherebbe cinque euro di biglietto, per poi magari spenderne 25-30 a concerti di gruppi che godono solo del nome e che son bolliti…invidia? Sì, e rabbia pure…ma è anche la cruda verità purtroppo…però sta roba non pubblicarla sennò poi son cazzi miei” (…, ndr)
Questa, attraverso alcune frasi non attribuibili per ovvi motivi ai proprietari, la sintesi della bella serata dedicata al metallo italiano in quel del Transilvania di Milano.
Ad aprire le danze c’hanno pensato i JTR Sickert da Modena. I ragazzi ci danno dentro da subito e nonostante la proposta non sia esattamente innovativa, metallo mischiato con l’elettronica per un piatto simil-gothic, riescono a coinvolgere i già numerosi presenti. Buona la prima, anche se il cantare per forza doppio (leggi female/male vocals) sta cominciando a scassare la minchia.
E’ il turno dei Rain, una delle band da palcoscenico che trova nella dimensione live l’ambiente naturale. Nessun preambolo, giù legnate dall’inizio alla fine, per una buona mezz’ora di rock and roll molto tirato. Gran tiro e coinvolgimento ai massimi nell’hit ‘Only For The Rain Crew’. A breve dovrebbe uscire il nuovo lavoro “Dad Is Dead”, speriamo che sia ispirato tanto quanto lo erano questa sera i componenti del gruppo!
Tocca ai Macbeth, altra formazione che punta sul cantato ‘doppio’ e sul gothic che va per la maggiore attualmente. Prestazione attenta e nella norma, buon responso dalla folla e un momento meno pestato del precedente per tirare il fiato. Il successo sta sorridendo ai ragazzi, gli auguriamo di sfruttare al meglio questo periodo più che positivo, consigliando loro di essere più carichi on-stage senza lasciare il compito di spaccarsi in due solo al bravissimo Andreas.
Vanno su i Node, che scatenano i primi poghi della serata. Cinque pezzi e via, responsi più grossi sui due titoli proposti da ‘Das Kapital’, in generale ordinaria amministrazione per il combo che ha suonato meno di quanto preventivato per probabili esigenze di scaletta. Conferma senza fatiche per i quattro, capaci di far intuire il proprio potenziale qualitativo anche nei pochi minuti a disposizione.
I Domine sono in costante miglioramento da un anno a questa parte. Già garanzia on-stage da tempo, c’è la sensazione che i Nostri siano convinti di quanto siano in ascesa e consapevoli del fatto che la loro proposta stia diventando molto più che canonicamente power. Probabilmente il set più ‘tifato’ della serata, anche da chi sulle prime non voleva saperne di sonorità non estreme.
Per i Vision Divine di Olaf(-fffio, ndr) e Michele Luppi questa è stata una serata agrodolce: il pubblico non ha smesso un secondo di incitare la band, che ha però sofferto di una quantità smisurata di problemi tecnici, quale equalizzazione cannata, problemi al microfono e sfighe assortite, che hanno minato il morale del singer sin dall’inizio. Il vocalist ha comunque dimostrato grande professionalità, tirando giù ogni tanto degli acuti tanto incazzati che non sembravano nemmeno suoi! Peccato per i casini, i VD han suonato alla grande, confermandosi una band che ha raggiunto una maturità eccezionale, come dimostrato nella recente release ‘The 25th Hour’.
Chiudono alla grande quest’ottimo appuntamento d’inizio settembre i Sadist. La band genovese ha offerto una convincente prestazione, in linea con gli appuntamenti tenuti nei mesi passati sui vari palchi italiani. Fa davvero piacere constatare che un gruppo che sembrava perso si è ritrovato ed è tornato a proporre musica di qualità come nei primi anni novanta. Applausi anche per loro quindi, finalizzatori di una serata che ha mostrato come il movimento nazionale goda di ottima salute, per lo meno sul palco, vero luogo dove si misura chi ce la fa e chi no. Massimo supporto.