I Judas Priest si sono esibiti al Palabam di Mantova l’11 maggio 2012. A meno di un anno di distanza dal concerto del Gods Of Metal, i Judas Priest hanno confermato di essere nel pieno di una nuova e insperata giovinezza. Certo, la scaletta è sempre quella da greatest hits di pregio, così come le esplosioni sullo stage e le scenografie retrostanti, ma tutto sommato è giusto così per la band che più di ogni altra probabilmente, ha saputo incarnare lo spirito più puro, diretto ed incisivo dell’heavy metal. Il nuovo arrivato Faulkner si conferma una delle sicurezze della storica line-up, cosa che in pochi si aspettavano all’indomani dell’abbandono di KK Downing. Il ‘Metal God‘ è sempre lui, la voce va su al momento giusto (e il riverbero spesso ci sfonda i timpani) e l’oramai immortale carisma che Halford emana non appena inizia la camminata su “Metal Gods” è qualcosa di cui un vero metallaro non può fare a meno.
I metallari appunto, parecchi e decisi a tributare in una location non certo abituale e tutt’altro che comoda ai più, un convinto saluto ai Judas Priest, che si avvicinano rapidamente alla conclusione del tour d’addio. O meglio, di quello che teoricamente dovrebbe essere l’ultimo giro del mondo per i Preti…ma non lo sarà, considerato anche che Rob Halford ha salutato la folla declamando “The Priest Will Be Back“. Alla faccia del romanticismo e del rinnovamento, ci auguriamo con tutto il cuore che questa frase sia vera, perchè certe band non possono e non devono ritirarsi. Mai.
Setlist: Battle Hymn (intro), Rapid Fire, Metal Gods, Heading Out To The Highway, Judas Rising, Starbreaker, Victim Of Changes, Never Satisfied, Diamonds And Rust, Dawn Of Creation, Prophecy, Night Crawler, Turbo Lover, Beyond The Realms Of Death, The Sentinel, Blood Red Skies, The Green Manalishi (With The Two-Pronged Crown), Breaking The Law (crowd singin’), Painkiller, The Hellion, Electric Eye, Hell Bent For Leather, You’ve Got Another Thing Comin’, Living After Midnight.
Paolo Sisa
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