Volevamo il meglio e abbiamo avuto il meglio: più di due ore di Kiss come neanche nella migliore delle previsioni pre-concerto.
Quasi dieci anni dividevano il pubblico italiano dal gruppo di Gene Simmons e Paul Stanley, un lasso di tempo che è sembrato di pochi giorni quando le leggendarie maschere hanno fatto il loro trionfale ingresso su uno dei palchi più prestigiosi al mondo. Forse è da presuntuosi, considerando il numero sconvolgente di concerti tenuti dai Kiss, ma a chi era all’Arena è piaciuto pensare di assistere ad uno di quegli show che rimangono nella memoria collettiva, come i Pink Floyd a Venezia o Bob Marley a San Siro.
Kiss – Arena, Verona 13 maggio 2008
Sorretti da un palco come da tradizione eccessivo, i quattro hanno dato vita ad un vero e proprio spettacolo a 360 gradi, che ha compreso la mastodontica scritta luminosa dietro la batteria (idea semplice, ma di grandissimo effetto), un numero di hits da brividi ed una quantità imprecisata di fuochi d’artificio ed esplosivi vari pronti a tener svegli i veronesi che non hanno voluto prender parte alla festa. Insomma, i Kiss che tutti sognavano di vedere una volta nella vita.
L’iniziale “Deuce” fa capire subito al pubblico quale sia l’intento del gruppo e la successiva, inaspettata “Strutter” ci conferma che, come tutti i tour celebrativi, sarà una di quelle serate da raccontare ai nipoti. Col passare del tempo capiamo anche che la scaletta è notevolmente ampliata rispetto alle notizie che avevamo dalle altre date: almeno quattro i pezzi in più proposti a Verona. Tra trovate ultra cafone, assoli esplosivi (in ogni senso) e pezzi che trasudano rock n’ roll, arriviamo a quella “Rock & Roll All Nite”, che spesso ha chiuso i loro concerti; l’uscita dal palco ed il ritorno per una singolare premiazione per il numero di dischi venduti fa pensare all’epilogo della serata, ma è solo il più grande dei loro trucchi: i bis sono, in pratica, un altro concerto che inizia con “Shout It Out Loud”, ci regala la lasciva “Lick It Up” e si conclude con il classico dei classici, “Detroit Rock City” (per una sera, “Verona Rock City). Momenti indimenticabili? Gene Simmons che sputa sangue, vola sull’impalcatura del palco e da lì canta “I Love It Loud” e … Paul Stanley, semplicemente uno dei più grandi animali da palcoscenico mai partoriti.
I wanna rock n’ roll all nite and party everyday…
I wanna rock n’ roll all nite and party everyday…
Setlist: Deuce – Strutter – Got To Choose – Hotter Than Hell – Firehouse – Nothin’ To Lose – C’mon & Love Me – Parasite – She + Tommy Thayer-solo – Watchin’ You – Rock Bottom – 100.000 Years + Eric Singer-solo – Cold Gin – Let Me Go, Rock & Roll – Black Diamond – Rock & Roll All Nite – Shout It Out Loud – Lick It Up/Won’t Get Fooled Again – Gene-solo + I Love It Loud – I Was Made For Lovin’ You – Love Gun – Detroit Rock City
L.G.