Il mondo della musica, in generale, funziona al contrario: quando le band entrano in un calo compositivo spaventoso rispetto al passato, iniziano a fare i soldi, ad avere contratti con importanti major a livello mondiale, ad avere sold out in quasi tutte le date dei loro tour. Questa è la fine seguita da tantissime band, soprattutto famosissime (Metallica, tra tutti); cadono nella trappola anche i Linea 77, l’ombra di quella band che ha pubblicato, meno di dieci anni fa, dischi validi come “Ketchup Suicide”. Anche la band torinese, purtroppo, è caduta in questa trappola.
Ma partiamo dall’inizio di questa serata, la “Jack Daniel’s Night”, che ha portato due band già famose e molto interessanti (Linea 77 e Dufresne) e una pressoché sconosciuta ai più, i modenesi Supravisitor, ai quali è dato il compito di aprire la serata con il loro electropop. Musica che, pur essendo fuori luogo in un contesto del genere, si è dimostrata molto valida ed interessante. Certo, poteva esser scelta una band migliore per rimpiazzare i defezionari Vanilla Sky (più di uno del pubblico si è lamentato), ma, vista la validità dell’act chiamato, non ci si può per niente lamentare.
Subito dopo, salgono sul palco i Dufresne, passati di recente sotto Universal: il precedente “Atlantic” li ha fatti conoscere e mandati in giro per il mondo (anche negli USA), e il successivo “Lovers” (uscirà il prossimo 11 aprile) molto probabilmente li lancerà nello showbiz. Dal vivo sono diventati una sicurezza, migliorando di molto rispetto ad un anno fa, e puntano molto sul fatto di riuscire ad accontentare tutti, sia gli “emokidz” alla moda sia i metallari di vedute più ampie. Anche se maggiore spazio è stato dato alle canzoni di “Atlantic” (curiosa la capacità della band di alternare con disinvoltura testo in inglese e in italiano… mossa per abbracciare più gente in patria e tanta all’estero, chi lo sa…), la band propone un paio di brani dall’imminente release, tra cui quella “Alibi Party” che sarà il primo singolo. La carica sprigionata dai Dufresne nel tempo dato loro a disposizione è così impressionante e potente da coinvolgere gran parte del pubblico in un pogo scatenato. Aspettiamoli al varco del secondo disco uscito per major: questi vicentini potranno dire tantissime cose.
Chiudono la serata gli headliner Linea 77… beh, come anticipato all’inizio, la delusione è stata grossa. I suoni sono stati praticamente perfetti, ma i cinque torinesi si sono rivelati mosci e senza tiro, l’ombra della macchina live che erano fino a pochi anni fa. Nessuna sorpresa sulla scaletta, visto che i brani proposti sono più o meno gli stessi delle altre date italiane: tantissimo spazio all’ultimo “Horror Vacui”, senza trascurare gli immancabili classici, tra cui l’indimenticabile “Moka”. Peccato che la band, esclusa una sezione ritmica in palla (che si conferma il motore della band torinese), in questa serata si sia dimostrata fuori forma e sembrerebbe voler cullanrsi sugli allori dopo anni di gavetta in giro per l’Europa e Oltreoceano: il sospetto pare confermato anche perché questa fiacchezza ha caratterizzato quasi tutte le date di questo minitour. Resta il fatto che il seguito dei fan è enorme, fedele e caloroso, cresciuto a dismisura dopo le comparsate su MTV negli ultimi anni: in questi mesi i Linea 77 ha registrato sold out praticamente ovunque, e anche la data di Pordenone, facilitata dall’ingresso gratuito (sold out, di fatto, alle 22.30), non è stata da meno.
Giusto per dare un meritato spazio alla cronaca extra-concerto, in questa occasione si è anche vista una grossa fetta di pubblico, costretta a star fuori per raggiunta capienza massima del locale, forzare gli addetti alla sicurezza con violenza per entrare al Deposito Giordani (al punto che una fan si è slogata un piede per esser stata messa involontariamente in mezzo alla ressa); immagini che manco nel Biafra si son viste, situazione che ha costretto gli organizzatori a scelte impopolari per evitare ulteriori casini (chi usciva non poteva più entrare).
Questo fatto tristissimo ha macchiato una serata di festa, nel quale abbiamo assistito a due show più che buoni e ad un altro, quello degli headliner, che farà ridimensionare il giudizio da parte delle “orecchie esperte” nei confronti di questi, ma che non influenzerà il grosso della fan-base della band torinese, destinata ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi mesi. Da notare, infine, la presenza di alcuni musicisti noti a livello underground, come ad esempio 3/5 degli Slowmotion Apocalypse e Tommy Massara degli Extrema, sceso direttamente da Eindhoven per seguire questa serata della quale era organizzatore.
N.L.