Con il mondo che si chiede ancora se questa reunion è stata fatta in nome del dio denaro o se, in realtà, il ritorno del figliol prodigo Piero Pelù è stato mosso da sentimenti genuini, il piccolo centro di Majano (paese confinante con San Daniele del Friuli, by the way) ha ospitato una delle date estive dei recentemente riformati Litfiba.
Un tour ben più esteso (circa una decina di date) rispetto alla manciata di date della scorsa primavera, che ha dato la possibilità ai tantissimi fan sparsi per lo Stivale di rivedere Piero, Ghigo e soci nella dimensione che da sempre ha permesso loro di dare il meglio di sé: quella live.
Non molte le differenze rispetto agli spettacoli di Milano e Firenze che già vi abbiamo presentato ad aprile: la scaletta è grosso modo la stessa, viene solamente cambiato l’ordine di alcuni brani e delle canzoni vengono tolte (es. “Lulù e Marlene”) per fare spazio ad una “Barcollo” della quale, onestamente, non sentivamo la necessità. Anche i siparietti, come la dedica a Ratzinger su “Bambino”, non sono variati. Per il resto lo show dei Litfiba segue alla lettera la celebre frase “Qui niente è proibito!” della canzone posta in apertura: dal fumo di marjiuana che regna sovrano nelle prime file ai fiumi di alcol, arrivando anche ad una fan che già prima dello show si è tolta la maglietta, mostrandosi in reggiseno ai tanti allupati fan della band fiorentina.
La cosa che più ci sorprende dei Litfiba live nel 2010 è il fatto che molti brani suonano attuali: tra tutti, l’impatto di “Sparami”, l’hard rock di “Dimmi il nome” che farebbe invidia a molte band oltreoceano e, dal punto di vista dei testi, “Maudit” e la già citata “Dimmi il nome”, introdotta con un siparietto nel quale viene celebrato il funerale della P2, pronta a fare spazio alla P3. Soprattutto le ultime due sembrano descrivere, con un’agghiacciante preveggenza, la situazione attuale degli ultimi anni. Di contro, canzoni come “Ritmo #2” e un capolavoro come “Tex” iniziano a sentire pesantemente il peso degli anni che passano. Un po’ come Ghigo Renzulli, che non delude le aspettative alla chitarra ma che, visibilmente appesantito, si muove ben poco dal lato sinistro del palco.
Chi invece è il vero motore del combo è Piero Pelù. Quasi a dimostrazione che senza di lui i Litfiba perdono moltissimo, il frontman si fa in quattro per offrire ai fan accorsi da Friuli, Veneto e dalla vicina Slovenia un bagno di adrenalina. Le rughe e i capelli bianchi sono arrivati anche per lui, ma l’artista ha una forma fisica strepitosa e il look con il gilet di pelle ci riporta indietro agli anni Novanta, nel periodo “Terremoto”. Due parole anche sulla band di supporto, che si dimostra professionale e precisa dal punto di vista dell’esecuzione, non rubando la scena a Piero e Ghigo, escludendo il look alla Rob Zombie del bassista Daniele Bagni.
Dieci anni sono tanti e, visto il grosso seguito avuto dalla band nel corso degli anni Novanta, non ci stupisce che anche la data di Majano sia stata un successo strepitoso dal punto di vista dell’affluenza. Finito questo tour, molto probabilmente arriverà un disco nuovo che, dalle premesse, ha le potenzialità di essere meglio di “Infinito”…
Setlist: Proibito, Resta, Cangaceiro, Paname, Bambino, Il Volo, Sparami, Dio, Barcollo, Tex, Ferito, Fata Morgana, Sole Nero, Cuore Di Vetro, Gioconda, Ritmo 2#, Ci Sei Solo Tu, Maudit, Dimmi Il Nome, El Diablo, Spirito, Lacio Drom, Lo Spettacolo
Nicola Lucchetta