L’ultima volta che vidi i Litfiba fu in chiusura della prima (ed unica) edizione del Monza Rock Festival, tentativo fallito di kermesse alle porte di Milano alla fine del decennio d’oro della discografia mondiale, gli anni ’90. Avevo diciannove anni e loro lo facevano per soldi.
La fine era stata annunciata da tempo, Piero e Ghigo nemmeno incrociavano i propri sguardi sul palco, anche se lo spettacolo fu impeccabile. Ora di anni ne ho trenta; molti, anche in questo caso, parlano di pura operazione commerciale. Può essere, ma ieri sera sul palco del Mandela Forum, nella loro Firenze, questo pensiero non ha mai offuscato i miei pensieri. Ho pensato piuttosto ad una grande festa, inevitabile perché invocata ripetutamente, ma molto genuina e decisamente riuscita. I rancori, come è noto, dopo anni (e qui parliamo di più di un decennio) alle volte spariscono senza nemmeno che si ricordi la loro origine o, più semplicemente, le persone crescono.
La scaletta, identica alla data milanese, è di quelle che speravi all’annuncio della reunion: niente pezzi da “Infinito”, pochissimi dell’ultimo corso, perle a non finire. L’intenzione di recuperare il passato si rispecchia anche nella scelta di un palco minimale ed essenziale, che non distrae lo spettatore con inutili orpelli, ma gli permette di concentrarsi solo sulla musica. Difficile scegliere il momento più alto della serata, ma di certo le versioni di “Lulù e Marlene”, “Tex” e “Maudit” hanno lasciato il segno più di altre. In settimana sono state annunciate nuove date per l’estate dopo i sold out di questi giorni. Lo spettacolo, insomma, deve ancora cominciare e io ci sarò, con tutto il mio entusiasmo…ah no quella è un’altra storia…
(Foto di Barbara Chimenti, grazie a Barbara Riggio e Lucia Angelici)
Luca Garrò