Seconda tappa del tour italiano di Macy Gray dopo il debutto di sabato 11 marzo a Roma. Sbarca al Gran Teatro Geox di Padova il nuovo show dell’artista statunitense, in Europa per promuovere il suo ultimo lavoro “Stripped”, uscito lo scorso ottobre e prima jazz recording della sua carriera; una raccolta di riarrangiamenti dei suoi brani più noti e alcune cover, tra cui brani di Bob Marley e Metallica.
Chi si aspettava che il nuovo mood in studio venisse portato anche in sede live rimarrà deluso: su di un palcoscenico, la musica di Macy Gray rimane quel mix di soul e R&B che l’ha resa famosa nei suoi vent’anni di carriera. Accompagnata da una backing band composta da quattro elementi (batteria, basso e due tastieristi, tra cui uno che si è sdoppiato anche nel ruolo di sassofonista), il suo concerto è però una vera altalena di alti e bassi. Iniziato con un ritardo di quasi mezz’ora rispetto all’orario stabilito, l’esibizione della Gray ha alternato ottime performance vocali a tangibili scivoloni, nel quale la carismatica cantante dell’Ohio ha avuto seri momenti di difficoltà vocali che vengono compensati con grande mestiere dal suo magnetico carisma.
Anche la backing band non si è dimostrata ineccepibile. Sul banco degli imputati difficile non citare il batterista, la perfetta cartina tornasole di un concerto non particolarmente riuscito: ottimo musicista, ma dall’impatto troppo rock per il contesto. Il risultato è che in molti brani la voce della Gray sembra quasi venir messa in secondo piano dall’energia e dalla grinta del percussionista. Nulla da dire, invece, per gli altri musicisti, per i quali viene dato ampio spazio di dimostrazione del loro talento nei numerosi intermezzi strumentali inseriti tra un brano e l’altro e nelle improvvisazioni all’interno dei pezzi.
La scaletta proposta non nasconde il fatto che il debutto “On How Life Is” è e resterà il maggior successo commerciale, e di conseguenza l’album più conosciuto della sua carriera: dal primo lavoro datato 1999 vengono pescati numerosi estratti, tra cui spiccano “Why Didn’t You Call Me”, “Do Something” e “Caligula”, proposte una dietro l’altra ad inizio concerto, e la grandissima hit “I Try”. Spazio anche ad altri singoli riusciti della sua carriera, come ad esempio “Annabelle”, brano di apertura e singolo di lancio dell’ultimo lavoro “Stripped”, “She Ain’t right for you”, “Sexual Revolution” e “Beauty in the world”, con l’ultimo pezzo caratterizzato dall’invito di Macy Gray di alzarsi e ballare sulle note dei pezzi più ballabili.
Nei prossimi giorni il tour di Macy Gray proseguirà, con le sue ultime due date in Italia: la prima all’OBIHall di Firenze, il 14 marzo, e infine all’Alcatraz di Milano il 29.
Nicola Lucchetta, fotografie a cura di Martina Barbon