Marilyn Manson – Mandela Forum, Firenze 29 maggio 2007

Marilyn Manson ha tenuto un insolito “concerto intimo” martedì 29 Maggio per i suoi (pochi) fan che sono andati a vederlo al Mandela Forum di Firenze. Poco più di duemila persone, spalti semi-deserti ma tanto tanto calore da parte degli adepti del Reverendo del Rock.

Fino a pochi giorni prima del concerto si pensava al fallimento, ad un Manson svogliato o addirittura ad un annullamento dell’evento stesso e invece, come a volte accade, i pochi sono stati premiati con un concerto addirittura migliore (a detta della maggior parte di coloro che li hanno visti entrambi) di quello del giorno prima tenutosi a Milano.
Il pubblico è diviso dal palco da un immenso telone nero con due “M” simili a colate di sangue, simbolo del nuovo album “Eat Me, Drink Me” di prossima uscita.

Si spengono le luci, parte una dolce musica di pianoforte e violini e dopo qualche interminabile minuto cala il telone e tra candele, luci e fumi appare Lui in abiti scuri mentre un’enorme Luna piena sorge lentamente alle sue spalle; comincia cantando quella che sarà la prima traccia del nuovo album, la lunga ed elegante “If I Was Your Vampire”. Dopo un intro così soft (forse il più soft della sua carriera concertistica) comincia a far spintonare e saltare i presenti con l’immancabile “Disposable Teens”, poi regala al pubblico un secondo brano inedito (ne farà ben cinque durante il concerto) dal titolo “You and Me and The Devil Makes 3”. La gente è entusiasta, Manson è in forma e scatenatissimo, mostra una voce che sembra quella dei bei tempi (fino al 2001) e non quella stonata e sfiatata che abbiamo ascoltato nel 2005 e (soprattutto) nel 2003.

A proposito dei tempi passati, è giusto il momento della storica “Irresponsible Hate Anthem”, ovvero la canzone di apertura dell’album sacro (almeno per i fan) “Antichrist Superstar”, il singer canta: ” Sono così tipicamente americano, vendo il suicidio / Sono totalitario, ho aborti negli occhi / Odio chi odia, stuprerei chi stupra / Non sono l’animale che non riesce ad essere sé stesso / Fuck it!!!” e ancora ” Non sono nato con abbastanza dita medie nelle mani / Non devo scegliere da che parte stare / E’ meglio che non lo dica…” e intanto sullo schermo dietro di Lui appare una bandiera americana mezza bruciata.
Si continua con “mOBSCENE” e l’arcinota cover “Sweet Dreams” cantata dietro una un’enorme lente d’ingrandimento circondata da lampadine che andranno in frantumi alla fine della canzone quando Manson scaraventerà la lente sul palco.

Dopo ogni canzone Marilyn si fa una tirata d’ossigeno con bombola e mascherina (spesso dietro le quinte ma a volte anche sul palco), saluta la sua fidanzatina Evan Rachel Wood (che lo osserva dalle quinte) e manda a quel paese con gestacci e insulti verbali un fonico.
E’ il momento per altri tre inediti: l’alquanto cafona (in senso buonissimo) “Putting Holes in Happiness”, la bellissima “Just a Car Crash Away” e, dopo il classico “Rock Is Dead”, canta quello che sarà il primo singolo dell’album: “Heart-Shaped Glasses” durante il quale la fidanzatina Evan indossa due occhiali a forma di cuore (appunto).

Dopo una seconda notissima cover, “Tainted Love” dei Soft Cell,  è il momento di altri veri classici: “The Dope Show” durante la quale Manson dà veramente il meglio di se rotolandosi sul palco e disturbando i suoi musicisti a modo suo mentre sullo schermo dietro appaiono pillole e pasticche varie tra le quali una con inciso sopra “Eat Me” da un lato e una croce di Lorena dall’altro (altro nuovo simbolo del Reverendo), seguono “Great Big White World”, “The Fight Song” ed una martellante e spettacolare “The Beautiful People” accolta da tantissimo entusiasmo.

Sembra tutto finito quando compare sul palco una sedia di legno alta qualche metro, sulla quale Marilyn Manson vestito a bande orizzontali bianche e rosse lascia il Suo pubblico con “The Nobodies”.
Finito il concerto c’è chi si lamenta della breve durata dello show (un’ora e venti circa) dimenticando che gli show di Manson non sono mai andati oltre l’ora e mezza, chi intuisce e rivela la citazione di Alice nel Paese delle Meraviglie per quanto riguarda MM sulla sedia gigante, chi continua a cantare qualche canzone, chi avrebbe voluto un pezzo in particolare in scaletta, e chi, felice, si ripete quanto sia stato grande il suo Marilyn.

P.B.

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