Megadeth – Alcatraz, Milano 5 giugno 2010

‘Mr. Simpatia’ Dave Mustaine non spiccica una parola se non due ‘thank you’ in croce ma suona. Aaah se suona. Il sogno impossibile di parecchi metallari si avvera: un’ora e mezza con un best of dei Megadeth suonato assieme a tutto Rust In Peace (1990).

Il capolavoro del thrash metal viene riproposto alla grande e suona letale anche a vent’anni di distanza. In tutto questo tempo è stato abbondantemente riproposto, soprattutto i suoi brani più noti, ma c’era una curiosità quasi morbosa verso pezzi praticamente al debutto live, come ‘Five Magics’ e ‘Poison Was The Cure’. Il risultato è stato una bomba che non ha deluso un Alcatraz sold out: Dave, macinando riff impossibili e cantandoci sopra, sembra aver trovato l’elisir di eterna giovinezza. Lo storico bassista David Ellefson è tornato ed è come se non se ne fosse mai andato, Chris Broderick snocciola tutti gli assoli dei suoi illustri predecessori senza perdere una nota. Il punto debole potrebbe essere considerato il batterista Shawn Drover:  dato che sono tutti bravi a giocare a Rockband, vorremo capire quali e quanti batteristi sarebbero comunque in grado di stare dietro e pezzi simili. Shawn fa il suo onesto mestiere e tournèe dopo tournèe migliora e diventa sempre più parte di un combo che appare quadratissimo.
Unica nota, i suoni nel locale: decenti ma migliorati solo per la parte finale del concerto. In definitiva, un’esibizione strepitosa e da fischio nelle orecchie per una settimana a venire.

Setlist: Dialectic Chaos – Wake Up Dead – Headcrusher – In My Darkest Hour – Holy Wars…The Punishment Due – Hangar 18 – Take No Prisoners – Five Magics – Poison Was The Cure – Lucretia – Tornado Of Souls – Dawn Patrol – Rust In Peace…Polaris – Trust – A Tout Le Monde – Sweating Bullets – Symphony Of Destruction – Peace Sells…The Punishment Due (Reprise)

Marco Brambilla

Sono le 20.45 quando varco la soglia dell’Alcatraz, gremito come non lo avevo visto mai, con la gente accalcata che scalpita per l’attesa adrenalinica. Sono col cuore in gola e il nervosismo è peggiore di quello per un primo appuntamento. Trovata una postazione decente mi guardo attorno incredula, non avevo mai visto una audience cosi calda in anni di concerti se non per gli Iron Maiden. E’ una sensazione che mi fa cosi felice da rendermi ebbra.
Le luci si accendono ad illuminare un palco su cui si staglia la mascotte Vic in tutta la sua cattiveria e ho la conferma, sarà il RIP Anniversary Tour anche qui. La felicita’ che provo non è descrivibile in alcun modo, è come un sogno che diventa realtà.

La folla urla sovraeccitata e Shawn, Junior e Chris fanno il loro ingresso sul palco, accolti da un ovazione che può essere tributata solo ad un avvenimento storico. Ed eccolo, Mr.Mustaine entrare con la sua chitarra al collo suonando il riff furioso di Dialectic Chaos. E’ un esplosione di energia pura, entusiasmo e grinta. Sembra che gli anni non siano passati per lui,determinato e fiero non dice una parola, accanto a un Chris energico e comunicativo che non sbaglia un assolo, ad uno Shawn molto simpatico ed espansivo e a un Junior che con un sorriso costantemente stampato sul suo viso sembra testimoniare la sua gioia di essere tornato sul palco coi Megadeth regalando a noi fans della vecchia guardia una nottata indimenticabile.
Le canzoni vengono snocciolate una dopo l’altra, Wake Up Dead, In my Darkest Hour (e qui mi commuovo) e Headcrusher accolta benissimo se pur facente parte dell’ultimo cd Endgame tanto discusso. Dopo una brevissima pausa Dave dice solo “This song is called Holy Wars” e l’Alcatraz esplode. Io sono pietrificata e indecisa sul filmare e fare foto o godermi ogni singolo secondo di un evento così. Le canzoni di Rust In Peace si susseguono inesorabili una dopo l’altra senza il tempo di respirare, è come un tornado che mi investe in pieno, un tornado di energia thrash metal come non la ricordavo da anni. I suoni sono cattivi, graffianti e precisi (pochi appunti si possono fare forse alla voce un po’ instabile e al volume della cassa di Shawn a volte un po’ troppo elevato) non c’è una nota sbagliata,un vero sogno per i metalheads.

E’ incredibile vedere il pubblico saltare e rotolarsi nelle front rows, cantare i riffs e ogni singola canzone, sembra quasi irreale. In una parola: Megadeth, Vincitori.
Finito il tornado di Rust In Peace, Dave Mustaine ci regala alcuni classici anche questi accolti con estremo entusiasmo: Trust, A tout Le Monde (cantata solennemente dal pubblico italiano e stavolta senza la presenza di Crisina Scabbia dei Lacuna Coil, impegnati in tour negli USA) e una granitica Peace Sells coreografata da giochi di luce splendidi, che la rendono ancora più efficace e indimenticabile. Non mi sento stanca,vorrei andassero avanti ancora per ore ma Dave, dopo aver presentato la band riprende il riff di Holy Wars e conclude il concerto ringraziandoci e dicendo che vuole assolutamente tornare in Italia.
Sono le 22.30 e incredula, dopo l’inchino di rito sul palco da parte di tutti i membri assieme, guardo i Megadeth tornare nel backstage. Il concerto è finito e io ho adrenalina da vendere…

Alessandra Messina

Foto di Marco Brambilla

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