Megadeth, il report del concerto a Carroponte (MI) dell’ 8 agosto 2017

I Megadeth proseguono il tour di Dystopia, il loro ultimo album. La band di Dave Mustaine sceglie la cornice di Carroponte, a Sesto San Giovanni (Milano), per l’unica data italiana di questa leg del tour,  di seguito il report del concerto.

Volumi da salotto, pubblico da sagra della tigella, eppure una gradevole decima volta ad un concerto dei Mega.

Sentire i Last in Line, cover band di Dio, e pensare che intanto altrove c’è pure un’ altra band ha l’ologramma di Ronnie, mi fa andare di traverso l’hamburger halal. Non contento, i Trivium mi fanno andare di traverso le 12 polpette a 7 euro di Abatantuono. I Trivium sono tra le ragioni per cui il metallo ormai è messo peggio che una barzelletta, mettere su una band e suonare una chitarra non frega un cazzo a nessuno e tutti vogliono fare i dj in cameretta. Avessi la macchina del tempo tornerei al 2004, ammazzerei loro, ammazzerei quelli che li consideravano i nuovi Metallica…magari il metallo non lo salverei comunque ma almeno mi risparmierei le polpette indigeste. Però i suoni sono buoni.

I Megadeth li avevamo visti giusto un anno fa a Monza e Bologna. Intanto la vittoria di un Grammy è stata la scusa necessaria per allungare ad oltranza il tour del buon Dystopia. Io ora ho una teoria a riguardo: penso che i Megadeth non siano in tour per fare soldi ma per ammortizzare le ferie. Si portan dietro le famiglie, si fanno i loro giri in Montenapo e Como, passeranno quattro ore totali nell’area concerti tra interviste-soundcheck-concerto e poi via alla prossima.

Non hanno niente da dimostrare, se non che a questo giro Mustaine ed Ellefson si sono presi dei gregari davvero validi (Kiko e il batterista nuovo stanno molto in alto nella classifica ‘sostituti di Friedman e Menza’). I volumi sono bassi per un concerto dei MEGAMORTE (si dice sia colpa del comune…), ma alla fine è un bene perché si sente tutto perfettamente, soprattutto la voce di Dave in evidente stato di grazia. Tre pezzi dall’ultimo disco e poi via con un’inusuale scaletta da ‘greatest-hit-dei-pezzi-belli-ma-più-orecchiabili-dei-Megadeth’, per quanto possa avere senso questa frase. Cioè scordatevi Darkest Hour e Wake Up Dead ma beccatevi di fila Skin o’ My Teeth, Trust, Sweating Bullets, Tornado of Souls, Symphony of Destruction, A Tout Le Monde.Non mancano Hangar 18 e Holy Wars, e pure una Mechanix tanto godibile quanto suonata con le zappe. Però signora mia se hanno suonato un’ora e un quarto hanno suonato tanto, che per 45 euro inzomma…

Report a cura di Marco Brambilla