Metallica – Stadio Friuli, Udine 13 maggio 2012

I Metallica si sono esibiti in concerto a Udine il 13 maggio 2012 presso lo Stadio Friuli. Ancora una volta Udine, ancora una volta Metallica: è stata inaugurata la lunga stagione open air 2012 con una giornata a decibel totali, nella cornice che ha ospitato recentemente anche AC/DC e Bon Jovi. Un successo assoluto, visto che lo Stadio Friuli ha fatto registrare quasi il tutto esaurito, a conferma del ruolo oramai di primo piano che il Nord Est svolge (e svolgerà) per i grandi appuntamenti live italiani delle band internazionali.

Partiamo in modo inusuale, con una nota di merito per l’organizzazione locale che si è premurata di piazzare una serie di bus navetta tattici che scarrozzano il pubblico dalla stazione e dai principali alberghi (roba mica da poco questa) fino al Friuli. Tanto di cappello.

In apertura Gojira e Machine Head per scaldare una platea invero piuttosto infreddolita dai 15 gradi, i primi faticano a carburare mentre i secondi demoliscono letteralmente qualsiasi cosa si pari sul loro cammino: un muro di suono disumano, che investe la platea. Peccato (o per fortuna dipende dai gusti) che la setlist passi in rassegna i 3 lavori più recenti di Flynn e compagni, lasciando i brividi per “Old” o “Ten Ton Hammer” per la prossima volta. Nota di merito per Robb appunto, che benché non se la passi benissimo sulle tonalità pulite quando deve arringare la folla riesce a farlo grazie a un’esperienza che è seconda a pochi.

I Metallica attaccano con “Hit The Lights“, “Master Of Puppets“, “Fuel” (senza esplosioni pero’) e “For Whom The Bell Tolls“: il pubblico e’ totalmente ai piedi di James Hetfield, frontman completamente padrone di uno stage gigantesco e capo di un popolo che si avvicina alle 40.000 unità. Lo show prosegue con un pezzo estratto da “Beyond Magnetic” ovvero “Hell And Back“, che ha però pochissima presa sui fans, già proiettati alla celebrazione del “Black Album che inizia puntualmente con “The Struggle Within“. L’assenza dei fireworks inizia a farsi sentire; benché speriamo in un contropiede su “Enter Sandman” e “One“, il “Black Album” (la gente è qua soprattutto per “Nothing Else Matters“, noi no, ndr) inizia a pestare sul serio con “Through The Never” e una mostruosa (ma davvero: saltava anche la security) “Don’t Thread On Me“. Dulcis in fundo arriva la parte esplosiva, con tanto di fuochi d’artificio trik trak e bumb a man, per accompagnare degnamente “Enter Sandman“, “Battery“, “One” e l’inno conclusivo “Seek & Destroy“.

Concerto classico per i Metallica, tralasciando troppi dettagli tecnici Trujillo ha imparato a fare un gran lavoro di backup vocals, Hetfield è sempre il boss mentre Lars e Kirk sono i soliti, con imperfezioni ogni tanto ma dal tocco unico ed indispensabile alla metal band più enorme del mondo. Serata infine dal grande valore simbolico, vista la quantità di gente convenuta e l’ottima gestione dello stadio e della città di Udine. La stagione degli eventi all’aperto non poteva aprirsi in modo migliore.

J.C.

(andate a 00:51 se avete fretta)

Il concerto dei Metallica è stato un successone, e non solo per i freddi numeri (i 40.000 presenti sono il record italiano per i Four Horsemen), ma anche per un’organizzazione eccelsa e uno stato di forma eccezionale dei tre gruppi presenti. Peccato per i Gojira, band che si cucca il 13 maggio più sfigato che ci si potesse aspettare: tour bus in panne a un centinaio di km da Udine ed esibizione leggermente slittata, con conseguenti suoni mediocri. Peccato, perché i francesi dei fratelli Duplantier avrebbero meritato molto di più. Per i Machine Head invece esibizione incentrata sugli ultimi tre lavori, quelli della resurrezione: nessuna concessione, quindi, ai primi due favolosi album. Per i suoni tutto come previsto: come sempre, Robb Flynn e soci pare siano stati pagati per fare il crash test dell’impianto.

Lo show dei Metallica è stato uno spettacolo in ogni senso: snakepit, fiamme, pyros, snakepit (sì, lo ribadiamo), palloni a fine show e una band decisamente in palla. Certo, lo show non è stato esente da difetti: la setlist è stata quel che è (ma era nota), Lars Ulrich ha fatto delle cappelle allucinanti (novità?), James Hetfield ogni tanto con la voce non ci stava (ma si è comportato molto meglio che in passato) e Kirk Hammett ha distrutto più di un assolo (altra novità?). Ma sono scuse che reggono tanto quanto le critiche ad una scaletta da tempo annunciata. Sotto sotto, ai quattro cavalieri vogliamo bene anche per questo.

Setlist: Hit The Lights – Master Of Puppets – Fuel – For Whom The Bells Tolls – Hell And Back – The Struggle Within – My Friend Of Misery – The God That Failed – Of Wolf And Man – Nothing Else Matters – Through The Never – Don’t Thread On Me – Wherever I May Roam – The Unforgiven – Holier Than Thou – Sad But True – Enter Sandman – Battery – One – Seek And Destroy

Nicola Lucchetta

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