Quasi 10 ore ininterrotte di musica, due palchi e quindici band, questo è stato il Miami ancora, andato in scena sabato 15 febbraio presso gli Est End Studios di Milano, la versione invernale del consueto appuntamento di giugno che si concentra in una sola serata. Sui due palchi si alternano volti noti, ormai rodati, e nuovissime scoperte uscite dal calderone di Rockit.
Il Miami è anche e soprattutto un posto in cui è possibile fare nuove interessanti scoperte. Non è un caso che oltre agli ospiti in programma siano molti gli “addetti ai lavori” presenti alla serata. La “gente del Miami” non si fa pregare e affolla fin dalla prima serata i capannoni di via Mecenate. Stare dietro a tutti i live non è facile e bisogna per forza fare una selezione, la mia personalissima scaletta comprendente: Les Enfants, The Lovecats, Alessandro Raina e Antiteq, M+A, I Cani, Dimartino, Be Forest. Le note maggiormente positive provengono dai Les Enfants che catturano i primi arrivati con un live molto emozionante, riconfermando dal vivo le impressioni estremamente positive dei loro due Ep. Strepitosi gli M+A che ripropongono in maniera impeccabile quel gioiellino che è il loro ultimo lavoro: “These Days”. Sul palco principale dopo i bravissimi Albedo (non sono riuscito ad ascoltarli questa volta ma non più tardi di una settimana fa sono rimasto molto ammirato dal loro live) salgono I Cani. In pieno tour per la promozione dell’album “Glamour”, la band di Contessa non si smentisce nel ruolo di riempipista. Lo spazio sotto il palco è affollato e carico come non mai. I loro live sono un misto di attitudine punk e sintetizzatori, non è un caso che proprio durante l’ultimo tour abbiano segnato diversi sold out. Stanno bruciando le tappe, come loro solito, e sono probabilmente già pronti per allargare gli spazi, e le capienze, dei loro spettacoli. Bravi anche i Be Forest, sicuramente tra i nostri prodotti più esportabili e con un disco fresco di uscita molto valido. Rimandati invece The Lovecats (forse per colpa più del contesto che loro), Alessandro Raina e Antiteq.
Un’edizione comunque di altissimo livello che conferma ancora una volta che qualcosa di buono si sta muovendo nel sottosuolo della musica indipendente italiana.
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