Padova, 18 novembre 2016. Concerto dei Modà. Avrei dovuto essere pronto… e invece non lo sono stato abbastanza. Questo è il gusto che mi è rimasto in bocca alla chiusura del primo dei due live patavini dei Modà, in una serata segnata dalla pioggia e dalla folla arrivata numerosa nell’arena che domani sera [oggi, 19 novembre, NdR] vedrà il tutto esaurito. Stasera qualche posto libero c’è, ma lo conti sulle dita delle mani.
Puntualissimi alle 21:00 sul palco, Kekko e la sua band entrano da un sipario di luci a led stese a creare una sorta di tendaggio elettrico: un’entrata d’effetto fra le urla del pubblico arrivato con largo anticipo e già stipato sotto il palco.
E guardando bene fra le prime file subito ho capito che la serata era una di quelle da godersi alla grande, famiglia al seguito: decine e decine di bambini dietro alle transenne fronte palco, con cartelli, palloncini e stelle colorate hanno scandito le canzoni dei Modà dalla prima all’ultima, emozionandosi ed emozionandomi come fossimo noi tutti assieme a esibirci diretti dalla band milanese.
A questo ero preparato: con una bimba di sette anni al seguito speravo proprio di andare incontro a uno spettacolo del genere, e il biglietto ridotto a 10 euro pro fanciulli era stato indizio dell’attenzione rivolta dal gruppo ai loro fan più giovani e alle famiglie che volevano presenziare unite a una delle tante date in supporto all’album “Passione Maledetta” (tappe di un tour che proseguirà anche la prossima primavera per accontentare chi ancora non avesse presenziato a uno degli eventi di questa stagione musicale). Tra l’altro un encomio lo merita l’organizzazione e l’attenzione riposta affinché i piccoli fan e le future mamme presenti fossero debitamente accomodate anche nei posti lasciati vuoti, con familiari al seguito, oltre all’inaugurale saluto di Kekko rivolto proprio ai più piccoli, con la richiesta al resto del pubblico di porre attenzione a non rovinare loro la serata a causa della calca. E io che accompagnavo proprio una bimba e una futura mamma mi son trovato seduto invece che a battagliare nel parterre. E ho ringraziato.
Quello a cui non ero pronto era assistere ed essere così trascinato da un live di oltre due ore, con una scaletta di oltre ventitré brani tirata e mitragliante, che mi ha fatto capire quanto poco sapessi dei Modà e quanto superficialmente avessi ascoltato le loro canzoni, anche se spesso mi son trovato a canticchiarle sentendole alla radio. E invece stasera, fra le voci dei bambini, mi è parso chiaro il messaggio che non c’è peggior sordo di chi non vuole ascoltare e che forse dovevo ricredermi e godermi la serata con gli occhi e gli orecchi di un pischello, o come ci ha suggerito Kekko lasciando da parte ogni pensiero per passare un paio d’ore in compagnia ascoltando musica, senza pretese se non quella di divertirsi.
Obiettivo raggiunto alla grande, grazie a una produzione coi fiocchi e a un’esibizione validissima dei Modà, alle canzoni di Kekko e a una voce veramente dirompente (anche se nessuno mi frena dal ripetere che nelle movenze assomiglia a Vasco senza il mal di schiena). Non sono mancati trascinanti brani come “Passione Maledetta”, “E non c’è mai una fine”, e “La notte”, e l’azzeccata idea di un medley acustico sulle note dei brani composti per altri artisti, con una doverosa dedica ad Annalisa di “Una finestra fra le stelle”; Nali era presente in sala a gustarsela.
Giusto infine lasciarsi con un arrivederci, e la promessa di passare altre serate in musica con questo spirito e questa sensazione di leggerezza nonostante il sudore nella camicia di Francesco e le nostre ugole afone dopo il tanto cantare.