Ho scelto il concerto dei Negramaro al Palawhirpool di Varese, come primo live dopo la nascita del mio piccolo amorevole pestifero. E quindi? Dirà qualcuno. E quindi non è sempre semplice riprendere in mano la propria vita musicale e macinare chilometri. Volevo un nuovo inizio che fosse rivoluzionario, ho scelto i Negramaro non a caso. Non a caso perché li avevo lasciati con un esserino nella pancia per quello che fu il mio ultimo concerto ad Assago, li rivedo ora con una rivoluzione tra gli occhi e il cuore. In fondo una rivoluzione comporta un nuovo inizio e per esser realmente tale va vissuta oltre che mostrata. Ed ecco, che solo ora capisco quanto questa rinascita, ricerca, guerra interiore, sia stata vissuta realmente dalla band salentina.
Un Palawhirpool tutto esaurito (ennesimo sold out, dove sold out significa realmente tutto esaurito e code chilometriche ai vari ingressi), attende in trepidazione i sei ragazzi che a suon di polvere e furgoni hanno fatto della musica la loro vita. Un Palawhirpool pronto ad esplodere con occhi emozionati che guardano il palco in attesa delle prime note mentre le mani scrosciano segnando il countdown.
Le luci si spengono e il palazzetto si tinge di stelle luminose, mentre occhi in 3D scrutano i presenti sulle note di Sei tu la mia città, e il cartoon del viaggio scorre in una pellicola futurista. Indubbiamente, una nuova galassia raggiunta dai Negramaro. Il suono metallico e meticoloso, le rivisitazioni delle hit passate, le nuove nate, i beat che aumentano, gli incastri armonici, la parte ritmica che trasforma il parterre in un after berlinese in una sapiente dance-rock, sono universi sino ad ora inesplorati dal nostro piccolo stivale.
Eppure la band salentina ha vinto la vittoria con sé stessa abbattendo definitivamente il detto per cui “in Italia certe cose mai”. Eppure i Negramaro sono riusciti a mostrare che il cantautorato si può evolvere non rimanendo per forza ancorati all’immagine di una chitarra sulle gambe e jeans sgualciti a sorreggerla, trattando la parola e l’intenzione musicale con lo stesso rispetto.
Il boat dirigibile e il messaggio in stereofonia trasmesso nei porti in cui è attraccato, è arrivato forte e chiaro. Tutti sintomi che l’amore è passato, la rivoluzione è arrivata e le persone l’hanno colta, ingurgitata e digerita. Si, perché se di rivolta si tratta, i messaggi da interiorizzare e comprendere non sono bocconi semplici. I Negramaro, la penna di Giuliano e le nuove sonorità proposte ti obbligano a scontrarti con le emozioni, il tuo Es indisciplinato e inconscio.
Varese, il Palawhirpool questa sera è questo, un fotogramma di vita in cui ti scontri, anzi ci scontriamo ognuno con i propri santi, ognuno con i propri demoni, con le rinascite, le perdite, gli amori finiti, gli amori appena nati, con passioni che si intrappolano dentro lasciando cicatrici, con attese lunghissime. La rivoluzione dei Negramaro è questa, sono le mani che arrossiscono tenendo il tempo su il Posto dei Santi, le lacrime emozionate di una ragazza che segue in ammirazione L’amore qui non passa, quasi fosse l’ultima e la prima canzone della sua vita, sono ragazzi che saltano su Nuvole e lenzuola, sono genitori con in spalla i figli che urlano senza sosta Meraviglioso e pensi quanto sia bello iniziare il proprio percorso di vita così.
Sono voci che all’unisono cantano ogni nota. Sono io che su Tutto qui accade penso a Samuel di solo un mese che ha già voglia di raccontare la sua rivoluzione attraverso gli occhi. Vivere non è abbastanza se non c’è una danza che non ti convinca di saper volare, cantano i Negramaro. Proprio loro hanno saputo spiegare le ali partendo da una cantina, rimanendo nell’intimo loro stessi malgrado milioni di dischi venduti , spazi immensi in cui esibirsi e spazi contenuti eppure sempre loro stessi, sempre con l’acceleratore schiacciato e il cuore sotto pulsazioni veloci, scontrandosi ogni volta con le sofferenze di una vita e le gioie che la stessa ti pone sul percorso cercando ogni volta spunti per migliorarsi, per evolversi, per esplorare e superare i propri limiti per quanto questo possa fare bene e male ad un Artista.