Il 12 gennaio 2020 il cantautore romano Niccolò Fabi si è esibito per il pubblico torinese nel suggestivo Teatro Colosseo. Ha optato per un’impostazione marcatamente corale del concerto, ossia una disposizione dei musicisti sul palco che non riserva a nessuno una posizione centrale. Essa viene infatti occupata da due schermi, che insieme ad altri quattro laterali costituiscono delle “finestre” dove il pubblico vede ciò che la canzone dovrebbe o potrebbe trasmettere. La scaletta di ventun brani ripercorre la carriera dell’artista, dagli estratti del suo ultimo disco “Tradizione e Tradimento” ai primi singoli tra fine anni Novanta e primi anni Duemila.
Oltre alla già citata suggestività innata del Teatro Colosseo (rispetto ad un palazzetto o uno stadio) pubblico e artisti vengono immersi in una serie di luci abbastanza soffuse, dai movimenti sinuosi e lenti, creando un’atmosfera crepuscolare e di torpore che trasporta il teatro in un’altra dimensione, lontano dalle preoccupazioni al di fuori di esso.
I dialoghi sporadici con il pubblico impostano il senso di alcuni brani e il filo conduttore dell’intero evento: il primo intervento dopo “Nel Blu” spiega come il significato della canzone si riferisca ad una “perdita di equilibrio” in senso positivo, atta a rischiare con coraggio per vivere al meglio le proprie esperienze; uno smuoversi dalla propria zona di comfort, che rappresenta uno dei temi ricorrenti e forse il più importante del concerto.
Sul palco si susseguono vari strumenti a seconda dell’ambiente creato dalla canzone: Fabi stesso alterna più volte chitarra e tastiera. Una serie di sintetizzatori e loop machine aggiungono profondità al suono, calando il pubblico in un silenzio tombale per godersi a meglio tutte le sfaccettature dei brani.
Il concerto è stato in sintesi un’esperienza quasi ipnotica alla quale è impossibile sottrarsi; un quadro che lascia spazio all’interiorizzazione, che lo spettatore non può che guardare e godersi appieno. Un evento unico nel suo genere.
Alberto Riccardino