Panic! at the Disco, le foto e il report del concerto a Milano del 4 novembre 2016

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Venerdì 4 novembre 2016 i Panic! at the Disco sono stati in concerto al Fabrique di Milano: di seguito le foto dell’evento.
L’attesa per questa data era iniziata lo scorso aprile, al grido di #PATDinItaly su Twitter: si tratta del primo concerto della band in Italia da cinque anni a questa parte.

Il report del concerto

A cura di Gabriele Santoro

Sold out per i Panic! at the Disco, che si sono esibiti al Fabrique di Milano. La band, formatasi nel 2005 a Las Vegas ha presentato dal vivo l’ultimo album “Death Of A Bachelor”, quinto album in studio a dir poco sorprendente per la costruzione musicale ricercata che richiama i precedenti sforzi discografici della band, dall’acclamatissimo “A Fever You Can’t Sweat Out” a “Too Weird to Live, Too Dare to Die!”.

Una band promettente, talentuosa, affascinante, che sembra non aver sofferto i vari mutamenti nella formazione. Con l’abbandono degli storici componenti Ryan Ross (chitarra) e Spencer Smith (batteria) prima, e dei due bassisti, in sequenza Jon Walker e Brent Wilson dopo, il nome PATD è sempre più stato associato alla figura di Brandon Urie, frontman dalla voce incredibilmente potente ed elegante, e dal carisma e lo charm che contraddistingue i frontman di Las Vegas (vedi Brandon Flowers dei The Killers).

Nonostante i problemi riscontrati dalla band, Urie e i “turnisti” sul palco hanno offerto uno spettacolo degno delle luci di Las Vegas alternando le prime hit a pezzi nuovi con una setlist che accontenta tutti. Brani come “Don’t Threaten Me with a Good Time”, che in apertura scalda gli animi, e “Death of a Bachelor”, title-track dell’ultimo album, dal vivo garantiscono potenza e consenso del pubblico molto giovane. I primi fan della band (come il sottoscritto) avranno sicuramente apprezzato “Time to Dance” e “I Write Sins Not Tragedies”, brano di punta del primo album “A Fever You Can’t Sweat Out”, con i quali i PATD richiamano quel post-punk che li ha contraddistinti all’inizio della carriera.

Si passa poi per “Nine in the Afternoon”, pezzo dolce tratto dal secondo album della band, “The Ballad of Mona Lisa” e “Ready to Go”, da “Vices&Virtues”. “This is Gospel” e “Ms. Jackson”, da “Too Weird to Live, Too Dare to Die!” fanno cantare e ballare il giovane pubblico presente. “Hallelujah” è il pezzo che meglio mette in risalto le capacità canore di Brandon il quale si concede addirittura un duello alla batteria con Daniel Pawlovich, strappando applausi.
Con “Bohemian Rhapsody”, verso la fine i PATD offrono il solito più che degno tributo ai magici Queen. “Victorious”, primo singolo dell’ultimo album che richiama i primi PATD, chiude in un crescendo di luci e potenza musicale.

L’impressione finale è che quasi tutti i pezzi suonino ancora meglio dal vivo e che la band sia sempre più legata alla figura del frontman. Brandon Urie ha mostrato una voce incredibile, un carisma unico, che forse meriterebbero qualcosa in più in termini di maturità musicale e target di riferimento.

Le foto del concerto

A cura di Mairo Cinquetti.

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