Paramore – Columbiahalle, Berlino (GER) 4 dicembre 2009

Siamo dovuti andare fino in Germania per sapere se la band più in voga del momento in ambito pop-punk, gli statunitensi Paramore, c’è o ci fa. Il giudizio, alla fine di un’uggiosa serata di venerdì sera della capitale tedesca, non sarà pienamente positivo, ma di sicuro sono ben maggiori le luci rispetto alle ombre.

Due brevi parole sui tre gruppi spalla, che hanno in comune il fatto di avere a disposizione meno di una trentina di minuti. Da rivedere i Now now every children e il loro indie rock cantato al femminile con alcune sfumature molto aggressive e vicine al post-hardcore; ottimi i Paper Route, che riescono a strizzare l’occhio alla new wave, di fatto gli unici capaci di attirare l’attenzione anche dei tanti genitori accompagnatori presenti. Qualche riga in più per gli attesi e acclamati You Me at Six, band inglese che propone un pop-punk emo orecchiabile, elettrico ma altamente melodico, piuttosto vicino al periodo iniziale della band di Hayley Williams. Un combo ignobile, che nasconde un background musicale trito e ritrito, con un look modaiolo e una serie di pose studiate a tavolino. A confermare il tutto, una cover di “Poker face” di Lady Gaga che, a dirla tutta, è molto meglio originale (ed è anche la prima volta che viene “plagiato” il recente reunion tour dei Faith No More in questa serata, la seconda arriverà tra poco, ndr).

Pochi minuti prima delle 22, una Columbiahalle stipata fino all’inverosimile (un sold out annunciato proprio a ridosso dell’evento), accoglie con un boato i Paramore. Palco delle grandi occasioni: un fottio di luci, backlight e uno sfondo che fa apparire lo stage come un teatro (ed ecco la seconda volta nella quale sono stati plagiati i Faith No More), a conferma di uno show ben curato rispetto al passato. L’accoppiata iniziale, con un inedito utilizzato come intro e “Ignorance”, è micidiale e ci mostra una band particolarmente in palla e piuttosto precisa nel riproporre i pezzi delle varie release, con un occhio di riguardo al recente “brand new eyes” per ovvie ragioni promozionali. Deludono solamente i suoni, che molto spesso risultano non all’altezza della situazione.

Mentre il grosso dei componenti sul palco si muovono il minimo essenziale (soprattutto Josh Farro…e lo ricordiamo come si tarantolava sul video di “Misery business”), il premio di animale da palco va al bassista Jeremy Davis, che non resterà fermo un momento e inciterà la folla ogni volta che ne avrà occasione. Una grossa parentesi a colei che è il simbolo dei Paramore Hayley Williams, per un tour che è la prova del nove del futuro del potenziale ruolo di frontwoman dello showbiz dei prossimi anni: la graziosa cantante esce a testa alta da questa sfida, soprattutto dal punto di vista vocale. Raramente in calo di tono e sempre su buoni livelli, la bionda statunitense dal punto di vista tecnico conferma mostrato su disco. L’unico difetto, ancora però ben radicato nella sua persona, è il fatto che sia troppo vicina al mondo dei teenager, come look e come atteggiamento, cosa che si riflette anche sul pubblico partecipante: escludendo i genitori accompagnatori, una grossa fetta del pubblico è composta da ragazzi che stanno vivendo l’adolescenza o coloro che hanno finito di viverla da poco tempo.

Farà discutere ai più la scaletta: tanti brani dall’ultimo disco, ma anche tante le esclusioni da “All we know is falling” e “Riot!”: tre brani fra tutti, “All we know”, “Fences” e “Born for this” che, siamo sicuri, sarebbero stati accolti con un delirio dai presenti.

Una delle due date del tour europeo non ancora sold out, è riuscita a guadagnarsi questo status a ridosso dell’evento: questo conferma il fatto che il successo dei Paramore è ormai globale, visto che le venue coinvolte sono tutte di dimensioni più o meno grandi. Un successo che dal punto di vista del ‘raggiungere le masse’ è stato ottenuto ad ampi voti. Tenendo conto che la band ha avuto solamente la traccia “Decode” sul film “Twilight” come veicolo promozionale ad alto consumo, e non un tour di spalla ai No Doubt, il successo dei Paramore in Europa è tanto clamoroso quanto inspiegabile. Vedremo se, negli anni, riusciranno a confermare questo status.

Setlist: Brand New Eyes Tour Intro – Ignorance – I Caught Myself – That’s What You Get –  Looking Up – Emergency – crushcrushcrush – Turn It Off – The Only Exception – Pressure – Careful – Where The Lines Overlap – Decode
Encore: Misguided Ghosts – Misery Business – Brick By Boring Brick

Nicola Lucchetta

 

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