Il tour italiano dei Pearl Jam ha riscosso un enorme successo. Fans entusiasti in attesa già dalla mattina fuori dal PalaMalaguti, testimoniano che l’affetto per un gruppo tanto importante non è mai venuto a mancare. La release del recente album ha poi contribuito ulteriormente ad alimentare l’attesa per le date italiane di Eddie Vedder e compagni.
Ed è stato proprio Vedder il mattatore di una serata intensissima e ricca di momenti emozionanti. Il frontman ha impiegato qualche pezzo per riscaldarsi completamente, per poi reggere egregiamente per tutte le due ore di set. Una band davvero in forma, quadrata e compatta, che ha superato le più rosee aspettative e che sembrava davvero divertirsi mentre si esibiva davanti a una folla adorante. Folla che, diciamolo chiaramente, ha sì confermato che il pubblico italiano è tra i più caldi in assoluto, ma che ha anche denotato una certa “mancanza di memoria” su alcune chicche pescate dal passato. L’inizio del concerto ha coinvolto tantissimo le prime file, spesso squassate da mosh pit degni di tempi andati ma che poco avevano a che fare su brani meno pompati: questa situazione ha comunque divertito Vedder, che ha più volte commentato riguardo la “follia” che accomuna i supporters italiani. Da segnalare una versione ‘italiana’ di “It’s Ok”, la scenetta anti-Bush in Bu$hleaguer e l’ottima prestazione, con tanto di assolo, del drummer Matt Cameron. Ottima la riproposizione di “Baba O’Riley” dei The Who che ha preceduto la conclusiva “Indifference” che ha chiuso il concerto.
Una bella serata quindi, che l’acustica altalenante del palazzetto e la temperatura africana interna hanno provato a rovinare senza riuscirci. Bentornati Pearl Jam!
Setlist: Small Town – Do The Evolution – Animal – Severed Hand – Given To Fly – World Wide Suicide – Save You – Even Flow – I Am Mine – Marker In The Sand – Green Disease – Daughter/It’s Ok(Dead Moon) – Improve – Alone – Whipping – Present Tense – Comatose – Porch – Black – Better Man – Life Wasted – Alive – Bu$hleaguer – Why Go – Baba O’Riley(The Who) – Indifference.
I.P.